Durante il tragitto verso il grande accampamento dei
centauri, i nostri si trovano a vagare nelle oscure foreste di funghi, quando
in un angolo molto fitto di vegetazione uno strano vento si alza dalle
profondità della foresta ed un particolare bagliore colpisce la loro
attenzione. Non sembra la luce di una lanterna, è più brillante, più luminosa.
Tutti insieme decidono di andare a vedere da cosa provenisse
o cosa fosse la fonte di tale luminosità
ed avvicinandosi, molto cautamente, notano quello che sembra essere un grande
cerchio di luce, alto più o meno un paio di metri e largo abbastanza da far
passare un paio di uomini affiancati.
Ma la cosa più sbalorditiva non era il cerchio in sé ma
quello che si vedeva attraverso tale magia.
Un boschetto luminoso, soleggiato, di un sole reale un
qualcosa che in questo continente era perso da tempo e di cui nessuno ha quasi
memoria, lo stupore e lo shock sono palpabili. In quale magia si erano
imbattuti, non era un semplice cerchio magico, era un portale verso un altro
mondo, estraneo alla maledizione lanciata su quel continente, un luogo, forse,
dove le terribili creature che maledirono quelle terre non esistono.
Cautamente il gruppo prova ad infilare piano chi un braccio
chi il fodero della spada in quel portale ma soltanto Akuma, Tenshi e Aaron
riescono ad oltrepassare la soglia, evidentemente vi è una sorta di barriera
antimagia che blocca tutti coloro in grado di padroneggiare, anche minimamente,
arti magiche o incantesimi.
Decisi a saperne di più Akuma, suo fratello Tenshi ed Aaron
decidono di oltrepassare il cerchio magico, la tentazione di sapere l’origine
di quell’incantesimo è troppo forte per resistere. Accordati con i compagni i quali si
accamparono nei pressi del cerchio di luce in attesa del loro ritorno per non
più di qualche giorno i tre avventori oltrepassarono il portale e si ritrovano
preso avvolti dalla luce e dal calore di un sole che i due fratelli non
vedevano da lungo tempo ormai mentre Aaron, nato e cresciuto in quel
continente, osservava per la prima volta una vegetazione ed un panorama che
brilla di una luce per lui estranea e sconosciuta, il suo stupore fu grandioso,
come quello di tutti d’altronde.
Ma il tempo per stupirsi lasciò il posto alla curiosità
circa la natura di quel luogo, i tre decisero di esplorare quanto più possibile
quelle luminose terre fitte di una vegetazione variegata e rigogliosa.
Seguirono un percorso fino a giungere nei pressi di una
radura, dove proveniva una gradevole melodia d’arpa, che trasmise nei loro
cuori calma e serenità.
Aaron, nascondendosi nella vegetazione si avvicina furtivo
alla fonte di quella melodia, una volta nei pressi della radura nota un enorme
cervo bianco ed un uomo, di bell’aspetto, con abiti curati ed in mano una
grande arpa il quale si rivolge nella direzione in cui Aaron era nascosto e
disse:
Vieni pure avanti, e chiama anche i
tuoi amici
Stupiti dalle doti di quello
strano uomo, Aaron chiama Tenshi ed Akuma, ed una volta al loro cospetto egli
si presenta con il nome di TRISTANO.
Racconta di aver vagato per
secoli in quelle oscure terre selvagge e tramite un potere magico maturato in
tutti quegli anni sia riuscito a teletrasportare, tramite un potente
incantesimo, la porzione di mondo sulla quale sono in un’altra dimensione,
lontano dagli orrori e dall’oscurità che i tre avventori conoscono bene.
Akuma, Tenshi ed Aaron hanno
molte domande per l’uomo, ma egli comunica loro che risponderà ad una, ed una
soltanto, solo se gli dimostreranno di volerlo veramente e di esserne all’altezza.
Detto ciò Tristano, con un
tocco lieve alla sua arpa pronunciò il nome “MISHA” ed un enorme orso dal pelo marrone scuro si
manifestò dalla fitta vegetazione in carica sui tre compagni.
Il maestoso orso si scaglia violento contro Tenshi
buttandolo a terra, Akuma, per difendere il fratello si lancia sull’orso senza
paura sguainando la sua spada, mentre Aaron estratto l’arco cerca di prendere
la mira nella confusione della lotta ma nota Tristano, che mentre i due
fratelli sono alle prese con il suo Misha, egli inizia a suonare la sua arpa la
quale produce un suono lieve e dolce ed il monaco Tenshi si addormenta.
Ridotti di numero Aaron ed Akuma si trovano in due ad
affrontare il temibile orso mentre la magica melodia di Tristano si è fatta più
aggressiva, con note più dure, ed i due avventurieri si sentono sempre più
indeboliti ad ogni nota udita.
Lo scontro procede con Misha che colpisce con i suoi artigli
molto affilati ed anche il povero Aaron finisce a terra esausto.
Rimasto solo il samurai deve mantenere i nervi saldi ma
Tristano non ha esaurito le sue carte suonando una melodia stranissima alle
orecchie del guerriero che ben presto smisero totalmente di sentire alcunché.
Solo e assordato Akuma impugna stretta la sua katana, è solo
con essa, esausto della lotta e davanti a se l’enorme orso lo carica furioso
per il colpo di grazia. Il samurai, raccogliendo fino all’ultimo briciolo di
energia rimasta si lancia in un contrattacco finale, è l’ultima possibilità di
vittoria, tutto il suo orgoglio in un fendente che colpisce al cuore la bestia,
straziandone la carne e uccidendola sul colpo.
Esausto si appoggia alla sua spada mentre Tristano si
complimenta, e con un gesto della sua mano riporta in vita il suo orso Misha e
ristabilisce le forze e l’udito dell’intero gruppo, svegliano Tenshi ed Aaron.
Tristano è molto colpito e comunica loro che hanno superato
la prova e che quindi egli manterrà la promessa rispondendo ad una sola delle
molte domande che hanno per lui.
Dopo essersi a lungo confrontati i tre decidono per questa
domanda:
“Dove si trova la seconda statuetta con il potere magico di
cui parlava Muradin di Agartha?”
Tristano rispose dicendo loro che la statuetta si trova ad ALDEBARAN.
Detto ciò l’uomo pizzicò la sua arpa lievemente ed i tre
caddero in un sonno immediato e profondo ed al loro risveglio si ritrovarono
attorno ad un focolare, nell’oscurità della foresta di funghi, con tutti i loro
compagni intorno che attendevano il loro risveglio.
Raccontata la strana avventura ai compagni Torque è molto
colpito e dice di conoscere la leggenda di questo Tristano e che sarebbe un
semi-dio, venerato perlopiù da Druidi e Bardi e che hanno avuto una enorme
fortuna e privilegio ad entrare in contatto con lui.
Raccontano della domanda che il semi-dio gli concesse e
della risposta che diede loro.
Ora sapevano per certo due cose, le statuette
con il grande potenziale magico di cui parlava Muradin sono reali e la mitologica
città di ALDEBARAN esiste davvero.
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