Ristabilite le forze il
gruppo si dirige verso la stanza della biblioteca, dove era scomparso lo
stregone non morto, e cautamente decidono di esplorarla.
Ad un primo avviso la stanza
si rivela essere vuota, nessuna presenza aleggia nel luogo, vi sono solo
numerosi tomi di magia nera ed un grande scrittoio in fondo alla sala.
I quattro si avvicinano per
esplorarlo e notano, nascosto nella parte interna, un piccolo meccanismo che
una volta azionato apre un cassetto nascosto che cela due bottigliette
contenenti una un liquido verde ed una un liquido rosso.
Torque le riconosce essere
una pozione in grado di curare dalle ferite e l’altra in grado di donare una
grande furia in combattimento per diversi minuti.
Non trovando null’altro
nella biblioteca i cinque si dirigono verso la terza stanza, quella dove vi
erano le maschere appese alle pareti ed una volta dentro iniziano a perlustrare
la sala non trovando però nessun indizio utile. Dopo diversi minuti di
ispezione Akuma decide di provare a distruggere una delle maschere colpendone
una sulla parete alla sua destra con la sua spada.
La maschera di frantuma in
molti pezzi e nell’aria una moltitudine di voci ridenti inizia a risuonare fra
le pareti quando dalle stesse escono fuori numerose creature dall’aspetto
gassoso che attaccano gli avventori con delle grandi falci.
Torque riconosce queste
creature come delle Shae, degli spiriti provenienti dal regno delle ombre, che
lavorano al servizio di potenti maghi oscuri.
Questi spiriti colpiscono
duramente i cinque eroi colti impreparati dal loro attacco attraverso le pareti
che rispondono però con forza grazie a Tenshi e Pallnor che colpiscono
prontamente il nemico.
Mertul, il druido, scaglia
una sfera di fuoco su alcuni spiriti che si trovano in lotta con Torque e la
lupa del ranger, aiutando i compagni e dando modo al chierico di uccidere uno
dei nemici con la sua mazza pesante, benedetta dalla luce di Paelor, mentre
Akuma, il samurai, aiutato dalla precisione mortale delle frecce di Pallnor con
il quale danno vita ad una serie precisa di colpi consecutivi, colpisce implacabile i mostri rimasti con la
sua fedele katana ponendo fine alla maledizione del luogo e le sue oscure
presenze.
Uccisi tutti i nemici la più
grande fra le maschere, sita in fondo alla stanza si spacca i mille frammenti
facendo cadere dal suo interno un grande diamante di colore rosso, uguale a
quello trovato nella stanza degli alberi. La seconda delle tre chiavi per
aprire il grande portone in fondo al castello.
Finito il combattimento
Torque si appresta a curare le ferite dei compagni quando Tenshi avverte un
rumore al di fuori della porta. I cinque si avvicinano ed il ranger blocca la
porta con la sua spada e da tempo agli altri di estrarre le armi e prepararsi
ad un nuovo attacco.
Dall’esterno vi è un
tentativo di aprire la porta che viene fermato dalla spada del ranger ed a
questo punto il monaco sente dei passi allontanarsi, subito Torque, il
chierico, apre la porta e, protetto dal suo scudo torre, esce allo scoperto.
Subito viene raggiunto da
due frecce scoccate dall’ombra, una delle quali si infrange sul possente scudo
mentre l’altra viene deviata prontamente da Tenshi che riconosce gli artefici
dell’attentato, sono infatti i due uomini incappucciati che li avevano
attaccati poco prima durante la loro irruzione nel castello nero.
Il monaco carica immediatamente
seguito all’attacco dal fratello Akuma entrando in lotta con i due sicari che
vengono però colpiti a morte dalle frecce del ranger che scocca impetuoso dal
suo arco.
Uccisi i due uomini il
gruppo decide di trascinare i corpi nella stanza delle maschere e chiudere la
porta per non lasciare segni visibili e quindi di incamminarsi furtivamente nei
vari corridoi del castello alla ricerca del terzo diamante e di indizi per
scoprire chi si cela dietro tutto l’orrore visto fin ora.
Giunti davanti una porta il
gruppo decide di entrare non avendo avvertito nessun rumore provenire dall’interno,
una volta dentro lo spettacolo è raccapricciante, nella grande stanza vi sono
numerose gabbie al cui interno, inermi degli uomini, o almeno ciò che ricorda
un essere umano, senza vestiti ed immobili dietro le sbarre con gli occhi
vitrei che fissano il vuoto.
Torque si rende conto che a
quelle persone è stata sottratta l’anima con un terribile maleficio, tenta di
entrare in contatto con loro ma i suoi sforzi sono vani.
Iniziano cosi ad esplorare
la stanza quando trovano una mattonella del pavimento leggermente sollevata
rispetto le altre che, una volta calpestata dal monaco fa scattare un
meccanismo che rivela, sulla parete più in fondo la sala un piccolo scrigno
dietro un passaggio segreto. Pallnor aprendolo trova al suo interno due pozioni
che riconosce essere per curare le ferite.
Esplorata la stanza con i
corpi immobili i cinque si dirigono verso il lato opposto del corridoio fino a
giungere davanti un’altra porta dal cui interno proviene una specie di
cantilena, come di un gruppo di persone che stanno pregando.
Il ranger decide di aprire
cautamente la porta mentre i compagni estraggono le armi ma quello che vede
oltre la soglia va oltre ogni aspettativa.
Vi è un’enorme salone, pieno
di catene che convergono in un unico punto al centro del pavimento dove c’ è un
grande calice incastonato al suolo. Su tutto pavimento è presente un grande
disegno di un corvo con gli occhi rossi.
Nei quattro angoli della
stanza ci sono degli uomini, senza vestiti, con un coltello nelle mani che
pronunciano ripetutamente una nenia ipnotica, in alto c’è una sorta di balcone
dove, da un grande pulpito, un sacerdote vestito di nero pronuncia la preghiera
che ripetono gli uomini in basso a gran voce.
Improvvisamente il gran
sacerdote urla delle frasi in una lingua oscura e gli uomini con il coltello in
mano tagliano le loro gole all’unisono.
Il sangue converge nel centro della
sala riempiendo il calice che inizia a ribollire emettendo fumo e fiamme sempre
più vive, le catene iniziano a muoversi incontrollate ed un demone dall’aspetto
umanoide inizia a sorgere dal calice di sangue mentre il sacerdote completa la
formula per l’evocazione dando vita all’ascesa della spaventosa creatura
demoniaca.
L’orrenda creatura si
accorge subito del gruppo fuori la porta e, con un gesto impercettibile, smuove
le sue catene aprendo la porta ed afferrando per il collo Tenshi, Torque e
Pallnor che vengono trascinati nel centro della stanza.
Nel frattempo il sacerdote
fugge lasciando al demone da lui evocato il compito di uccidere gli intrusi.
Akuma e Mertul decidono di
correre ad aiutare i compagni a liberarsi dalla presa delle catene che li
soffoca ed una volta liberati inizia lo scontro che vede i due fratelli Akuma e
Tenshi caricare furiosi verso il grande demone, ma qualcosa blocca il colpo del
samurai che vede nel volto del nemico tramite un maleficio di quest’ultimo, il
volto di un suo caro defunto. Ci pensa Tenshi a distogliere lo sguardo del
fratello colpendo l’immonda creatura con il suo bastone ferrato.
Mertul invece scaglia
diverse saette sul nemico che continua ad attaccare il gruppo servendosi delle
catene sparse per tutta la grande sala.
Una volta ripreso
dalla visione il samurai incalza con la sua spada colpendo ripetutamente il
demone che ora, con tutto il gruppo su di lui, inizia a vacillare. Le frecce
del ranger da lontano lo distraggono nei suoi colpi con le catene permettendo
al monaco di colpirlo con tutte le sue forze facendolo accasciare nella pozza
di sangue da cui è sorto, svanendo in una moltitudine di fiamme ed una nebbia
di fumi infernali che, una volta dissoltisi rivelano ciò che rimane del demone.
Un grande diamante di
colore rosso, l’ultimo per completare la serratura della grande porta in fondo
al castello.