venerdì 9 ottobre 2015

Attacco su Kaldor

Qualche tempo prima… 
Questo piccolo spin-off, introduce un nuovo personaggio, potete trovarne il link qui per sapere qualcosa su di lui:

Nei pressi di KALDOR, il ranger Pallnor svolge il suo lavoro di cacciatore di taglie insieme ai suoi compagni Rexar, un guerriero apostata, e Varner il barbaro.

Come ogni settimana si recano alla grande piazza della cittadella dove si svolge l’incontro con un incaricato del signore locale il quale porta ai tre le informazioni e le taglie della settimana.

Il compito è facile, come al solito, un gruppetto di coboldi si aggirano nelle fattorie vicine rubando e uccidendo il poco bestiame che c’è rendendo ancor più dura la vita degli abitanti della zona. Da alcuni avvistamenti sembrerebbe ci sia la presenza anche di un Hobgoblin seguito da una strana creatura.
Nessun problema per i tre che, organizzatisi, partono alla volta della periferia est della città dove vi sono stati gli attacchi alle fattorie.

Poco dopo essere usciti dalle mura della cittadella incontrano sul sentiero un anziano contadino che racconta di essere dovuto fuggire dalla propria casa in quanto è stato vittima dell attacco di strane creature, il vecchio racconta che quelle campagne sono solite  agli attacchi di banditi ma che, da qualche tempo, ci sono molte più creature che vengono da nord e che la povera gente di campagna non riesce più a contrastare gli attacchi sempre più numerosi.
Raccolte quante più informazioni il vecchio avesse da dare, i tre si recano presso le case che sono state attaccate, il panorama che si trovano davanti li lascia colpiti, molte persone hanno abbandonato le loro case che presentano segni evidenti di attacchi ripetuti.

Mentre i tre si aggirano in cerca di indizi, Pallnor nota che qualcuno li sta osservando dalla finestra di una delle case, il quale accortosi di essere stato notato si allontana dalla finestra.
Subito i tre si recano alla porta dell uomo che li intima di andarsene urlando ma una volta capito che non erano li per derubarlo ma per aiutare, l’uomo apre la porta facendoli entrare e barricandosi nuovamente in casa.
L uomo racconta che gli attacchi nell ultimo periodo sono raddoppiati e che le persone sono costrette ad abbandonare la propria casa, strani esseri simili a lucertole causano molti danni da quelle parti sempre più di frequente. I tre si presentano come cacciatori di taglie ed espongono la volontà di aiutare ad estirpare la piaga che sta colpendo quelle terre.

Si preparano per perlustrare la zona, Pallnor si posiziona sul tetto della casa e Rexar e Varner pattugliano a piedi il perimetro della casa posizionando lanterne per aumentare la visibilità, ad un certo punto il ranger dal tetto nota del movimento nella parte alle spalle della casa e da il segnale agli altri due di andare a vedere di cosa si tratta.
Giunti sul posto, dalla scura vegetazione sbucano un Hobgoblin ed il suo cane goblin che attaccano in modo confuso i due cacciatori di taglie.



Durante la carica però l Hobgoblin calpesta la coda del cane goblin che, latrando si gira verso il padrone mordendolo alla gamba.
Questa imprevista situazione da tempo al barbaro Varner di estrarre la sua spada e colpire con precisione l Hobgoblin decapitandolo e facendo rotolare la sua testa per diversi metri. Il cane goblin tenta di girarsi verso gli altri ma viene colpito ad una zampa dalla freccia di Pallnor appostato sul tetto ed ucciso dal violento colpo ascia di Rexar.

Alla vista della scena i tre coboldi che si trovavano pochi metri dietro iniziano a fuggire verso l’oscura vegetazione per sparire poco dopo nel buio, inutile il tentativo di Varner di inseguirli.
I tre decidono di lasciar correre e di raccogliere le teste dell Hobgoblin e del suo orrido cane al fine di tornare in città per riscuotere almeno una parte della taglia.

L’anziano uomo non ha parole per ringraziare i tre cacciatori, in lacrime regala loro una vecchia spada appartenuta ad un suo bis,bis,bis nonno con cui, raccontava, di aver ucciso un drago.
Salutato l’anziano il gruppo si incammina nuovamente verso la cittadella al fine di riscuotere quanto possibile dall’ uccisione dei due mostri.

Giunti alla caserma, e riscosso quanto possibile, i tre decidono di concedersi una birra alla taverna. Entrano e si siedono al tavolo quando da lontano sentono un grande frastuono e qualche urlo, le persone in taverna iniziano a guardarsi fra loro interrogative.

Improvvisamente la porta della taverna si spalanca ed un uomo, coperto di sangue e dai vestiti logori urla “i tamburi! Sono arrivati i tamburi!” per poi essere aggredito da una creatura volante, simile ad un piccolo diavolo, con la coda che ricorda quella di uno scorpione, che morde l’uomo al collo uccidendolo.
Subito i tre uomini estraggono le armi ed escono dalla taverna e lo spettacolo che li attende va oltre le loro peggiori aspettative, un orda di piccoli diavoli sta infestando la cittadella, fra la folla che fugge gridando, uccidendo e mettendo a fuoco le case. 





Pochi metri più in dietro invece una sorta di carovana avanza, trainata da uomini in catene, vestiti di stracci logori, alcuni di essi impugnano tamburi che suonano all unisono generando un agghiacciante suono infernale al loro passaggio, questa carovana trasporta un forziere di legno molto massiccio e, quella che sembra una gabbia, coperta da un telo nero.
Il tutto capitanato dagli ordini di un enorme diavolo barbuto avvolto da fiamme e fumo che grida e frusta gli schiavi.
I tre notano che alcuni di questi piccoli diavoli hanno delle ampolle con le quali raccolgono il sangue dalle vittime che giacciono a terra morenti.

Subito Pallnor carica il suo arco con due frecce e mira al grande diavolo ma il gruppo in pochi secondi viene circondato da un orda di diavoletti che planano da tutte le parti e attaccano senza pietà, le frecce del ranger ne abbattono diversi consentendo al guerriero ed al barbaro di farsi strada verso la carovana.
Abbastanza vicini, Rexar e Varner notano anche uno stemma impresso sul forziere e sulla carne del diavolo, un simbolo che non avevano mai visto.


















Il diavolo barbuto nota i due che si avvicinano ed impugna il suo infernale falcione per contrastare l’attacco.

Varner, il barbaro, colmo di un ira furiosa, carica l’immondo mostro colpendolo con la sua spada, mentre Rexar caricando, viene attaccato da diversi diavoletti che si scagliano feroci su di lui, ma viene aiutato a liberarsi dal preciso Pallnor che dalle retrovie scaglia frecce letali sui nemici.

Raggiunto il barbaro, Rexar, comincia anch’egli a combattere contro il demone infernale che furioso colpisce i due con tutta la rabbia che è in lui ferendo Varner che si trova costretto ad una ritirata.

Anche il diavolo barbuto tenta di rifugiarsi dietro una schiera di piccoli diavoli che nel frattempo sono giunti in soccorso ad un grido del loro padrone, che si dirige verso il grande forziere dove qualche diavolo servitore aveva portato delle ampolle con il sangue raccolto dalle vittime della cittadella.

I due capiscono che è il momento di attaccare ad ogni costo e caricano implacabili rompendo la barriera formata dai demoni servitori aiutati dal ranger che alle loro spalle non dona tregua flagellando i nemici con una pioggia di frecce. I pochi rimasti cadono sotto la bipenne del guerriero che fiancheggiato dal barbaro giungono nuovamente al cospetto del diavolo barbuto che nel frattempo aveva allungato la grande mano al fine di aprire il forziere, cosa che non gli viene concessa da Rexar e Varner che colpiscono con tutte le loro forze l’orribile creatura che si accascia privo di vita sprigionando una coltre di fumo infernale.

I piccoli diavoli rimasti a distruggere la città fuggono volando lasciando dietro di se una scia di morti e fiamme.


(Il feroce diavolo barbuto)

Uccisa a creatura, i tre si avvicinano agli schiavi in catene che vengono liberati, essi raccontano che erano costretti a vagare di villaggio in villaggio dove i demoni uccidevano e saccheggiavano, al fine di raccogliere il sangue delle vittime per alimentare ciò che si trova dentro il forziere, che sarebbe servito poi per la cosa che si trova nella gabbia coperta dal telo nero.

Rexar scopre l’orrore che si cela dietro il telo, un enorme costrutto, assemblato con pezzi di cadaveri e armi, inciso sulla fronte con il simbolo che aveva impresso anche il grande diavolo, ed al centro del petto un foro metallico dove si sarebbe dovuto infilare l’ artefatto contenuto nel forziere per donargli la vita.

Giunti sul posto anche i sacerdoti dell’ordine di Pealor prendono lo scrigno e iniziano una procedura di magia bianca  per depurarlo dalle forze oscure, terminato l’incantesimo il forziere si spalanca rivelando il suo contenuto, un grande rubino, di un rosso vivido, contenete un liquido che i sacerdoti riconoscono essere sangue trattato con la magia oscura. Ancora poche vittime ed il rubino sarebbe stato pronto per donare vita al golem nella gabbia e scatenarne così tutta la sua furia.

I sacerdoti una volta visto il simbolo sul mostro rivelano ai tre eroi di aver già sentito parlare del simbolo in questione tramite un comunicato che era giunto dai sacerdoti della città di VIRN, esso identifica una gilda di maghi oscuri, che hanno attaccato anche VIRN in quel periodo e che stanno causando molti danni in città con attentati ed omicidi, la chiesa locale e le autorità cittadine se ne stanno già occupando, ma senza risultati.
A quelle parole il ranger Pallnor, colto da un brutto presentimento, decide di partire alla volta di VIRN, in quanto l’ultima volta che aveva avuto notizie del fratello Balnor, egli si stava recando da quelle parti con una compagnia di avventurieri, dopodiché non aveva avuto più sue notizie.

E così Pallnor, in compagnia della fedele lupa, non godendosi nemmeno il grande festeggiamento in suo onore come eroe della cittadella per aver fermato, insieme ai suoi compagni, il mostro che li aveva invasi, decise di preparare tutto l’occorrente per il suo viaggio verso nord ed incamminarsi verso nuove avventure.

















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