domenica 27 dicembre 2015

Il divoratore di anime

Sconfitto l’orribile demone il gruppo decide di uscire dalla stanza al fine di cercare l’artefice di quell’evocazione ma non prima di aver ripreso un pò le forze.
Si recano quindi nella stanza delle maschere, precedentemente ripulita dal male al suo interno, sprangando la porta con una spada lunga per garantire una maggiore sicurezza. Cosa che ovviamente non servì a bloccare la furia di due grandi barbari che, sfondata la porta a colpi di ascia, irrompono nella stanza caricando il gruppo di eroi, già stremati dal combattimento contro il demone.


Subito Mertul, tramite un incantesimo,  trasforma la pavimentazione in fango nel quale i due barbari affondano bloccandone uno mentre l’altro, liberatosi dal fango profondo, viene colpito da una pioggia di frecce scagliate dall’arco del ranger Pallnor.


Ma il barbaro, strappandosi via le frecce dal corpo, libera tutta la sua ira caricando su Mertul  colpendolo duramente, il quale si accascia a terra pronto a ricevere il colpo mortale. Ma proprio in quel momento una serie di frecce precise di Pallnor giunge in soccorso del druido uccidendo il barbaro, dando modo ad Akuma di fornire a Mertul una pozione per ristabilizzarlo dalle ferite subite, salvandogli la vita.
Liberatosi dalla trappola fangosa il secondo barbaro tenta di caricare sul gruppo ma viene preceduto da Tenshi che con il suo bastone ferrato colpisce il cranio del nemico sul colpo.

Sventata la minaccia Torque ristabilizza Mertul rendendolo in grado di proseguire e così si incamminano tutti e cinque per il castello alla ricerca di un luogo più sicuro. Proseguono in maniera silenziosa, percependo ogni singolo rumore o voce che proviene dai vari corridoi e giungono davanti una grande porta sulla quale sono incise delle stelle e delle lune.
Tenshi decide di aprirne uno spiraglio e guardare al suo interno ma non vi è alcuna torcia che consente la visuale quindi il gruppo decide di entrare ed accenderne una.
Una volta dentro la porta si chiude alle loro spalle e due file di torce si accendono improvvisamente sulle pareti della stanza rivelando tutta una serie di lettere incise sulla pavimentazione composta da grandi blocchi quadrati.
Ogni blocco con una lettera incisa ed in fondo alla stanza una porta simile a quella appena oltrepassata.
Subito il gruppo si rende conto che deve essere una sorta di trappola e che  dovrà capire lo schema per poter oltrepassare la stanza.
Optano per legare il monaco con una corda che avrebbero tenuto tutti e mandarlo avanti in quanto il più agile del gruppo.
Tenshi inizia a camminare sulle varie piastrelle per indagare sulla pericolosità della pavimentazione che non tarda a rivelare i suoi segreti.
Dopo un paio di passi senza conseguenze infatti uno dei blocchi si distrugge facendo precipitare il monaco che viene prontamente salvato dai compagni che all’unisono tennero la corda alla quale era legato.
Tenshi nota che al di sotto del pavimento, dopo una decina di metri circa vi è una pavimentazione composta da grandi pali di metallo appuntiti che ucciderebbero chiunque avesse la sventura di caderci sopra a causa di un passo falso.






Proseguono lentamente passo dopo passo, con calma, talvolta salvando il loro compagno monaco da una morte certa, finchè non riescono finalmente a leggere le lettere incise sulla pavimentazione. Intuiscono di dover camminare seguendo le mosse delle pedine degli scacchi. Ogni lettera incisa corrisponde ad un pezzo della scacchiera e alla relativa mossa per proseguire.
Capito il meccanismo il gruppo giunge velocemente dall’altra parte dove vi è un’altra grande porta con incise le stelle che, aprendola, li conduce all’esterno del castello.

Una volta fuori i cinque decidono di nascondersi al fine di recuperare le forze quindi procedono col nascondersi nella vegetazione limitrofa e ricevere le cure del chierico e la sua magia bianca.
Dopo qualche ora di riposo il gruppo decide di entrare nuovamente nel nero castello e di mettere la parola fine agli orrori che risiedono al suo interno. Oltrepassano così nuovamente il corridoio della porta stellata e, armi alla mano, si dirigono verso la porta con le tre serrature dove inserire i rispettivi diamanti trovati nei precedenti combattimenti.

Giunti sulla soglia inseriscono le pietre rosse che una volta posizionate tutte e tre contemporaneamente iniziano ad emettere una forte luce rossa e permettendo alla maestosa porta di aprirsi e lasciarli entrare.

La scena al suo interno è agghiacciante. Due lunghe file di uomini senza vestiti e con lo sguardo vitreo fisso nel vuoto, come  quelli rinvenuti nelle gabbie di una delle stanze esplorate in precedenza, camminano lentamente ed in modo inesorabile verso la parete in fondo alla stanza.
Pallnor scaglia una freccia illuminata dalla magia di Torque verso la parete in questione e la scena che si dipana davanti i loro occhi conferma l’orrore.

Un grande vortice oscuro, abissale, è posto al centro della parete e gli uomini senza vita camminano fino ad essere risucchiati uno alla volta dall’oscuro vortice misterioso.
Il gruppo decide di incamminarsi lentamente verso la parete per capire con cosa siano venuti in contatto ma pochi passi nemmeno e le due file di uomini si blocca improvvisamente e quello strano abominio si separa dalla parete sfoderando due enormi braccia con artigli affilati e levitando verso gli eroi rivela la sua identità malvagia






(Divoratore di anime)


Mertul rapidamente scaglia sul nemico una palla di fuoco che colpisce il mostro ma non ne arresta l’attacco che colpisce Tenshi.
Gli attacchi della creatura sono temibili in quanto disorientano e stordiscono il monaco che rimane vulnerabile allo scontro.
Come se non bastasse alle spalle il gruppo viene colto di sorpresa da una serie di strangolatori, creature che avevano già affrontato nella stanza con gli alberi spettrali, che immobilizzano la lupa del ranger e Torque.
Akuma e Pallnor devono così districarsi dagli attacchi dei due diversi nemici aiutando i loro compagni ad uscire dalla morsa di quelle piccole e letali creature mentre quell’orrore è sollevato sopra di loro e non accenna a demordere i suoi attacchi le cui ferite rendono sempre più confuso il monaco.

Torque, una volta divincolato dallo strangolatore lancia un incantesimo di magia bianca sul nemico rendendolo più vulnerabile agli attacchi ma non basta dato che comunque quell’orrore si scaglia minaccioso sul monaco intento a finirlo con un colpo mortale.
Nel vedere la scena Akuma con un rapido movimento intercetta l’attacco del nemico ai danni del fratello e con furia e letale precisione infierisce al mostro un colpo perfetto con la sua katana uccidendolo e salvando la vita a Tenshi.

Il divoratore di anime una volta colpito dal samurai esplode facendo fuoriuscire dal suo tremendo corpo etereo tutte le anime di cui si era cibato e sprigionando una fumata nera che va a formare il simbolo della gilda del corvo per poi svanire nel nulla.
Dal fumo che ne fuoriuscì cadde a terra un anello di metallo con incisi due teste di drago che prontamente venne raccolto dal samurai.

Diradato il fumo e liberate le anime condannate sul luogo dello scontro compare, come teletrasportato, un uomo con una lunga tunica il quale con un gesto polverizza gli strangolatori rimasti.
Il mago si presenta come Gildars, della gilda della fata, colui che era stato inviato da Markov per investigare sul nero castello e i suoi orrori.





(Gildars il mago)
Torque si precipita su Tenshi per stabilizzare la sua mente provata dallo scontro con l’orribile mostro mentre Mertul e gli altri si mettono a parlare con il mago il quale racconta che anch’egli era sulle tracce di quel divoratore di anime ma che era poi stato trattenuto da altri incarichi segreti per conto della sua gilda.
Dalla sua tunica si intravedono segni di pesanti battaglie vissute dal mago.
Il druido, anch’egli membro della gilda della fata racconta al suo compagno le vicende affrontate nel castello e che nonostante la minaccia sia stata sventata, l’evocatore del demone delle catene era riuscito a fuggire.

Dopo aver constatato la buona fede del mago il gruppo si dirige scortato da Gildars verso l’uscita del castello.
Una volta usciti dalle maestose porte della fortezza il senso di oppressione che li aveva costantemente accompagnati svanisce ristorando i loro corpi e le loro anime.

Sulla riva del fiume dove attraccarono tempo prima una schiera di imbarcazioni con lo stemma dell’ordine di Pelor li attende ed il capo delle guardie si dirige velocemente verso di loro.
Alla vista delle navi Gildars, salutando gli eroi, si teletrasporta via svanendo nel nulla.

Il capo dell’esercito di Pelor si dirige verso Torque al quale chiede cosa fosse successo all’interno della fortezza e che il capo del suo ordine padre Grim lo sta cercando ormai da diversi mesi.
La notizia coglie di sorpresa il chierico che stupito rivela gli orrori del castello nero ma che non sono passati mesi dal loro arrivo sul luogo ma solo pochi giorni.
Torque capisce che la magia all’interno di quel luogo maledetto ha alterato il tempo che il gruppo è stato vittima di un incantesimo di alterazione temporale dalle parole del capo delle guardie che rivela anche che la guerra contro i Druni ad AGARTHA è ormai finita da tempo ed è proprio per questo che l’ordine di Pelor deve parlare urgentemente con il chierico e con il suo gruppo.

Scortati fino a VIRN sulle navi dei soldati e ristorati da fame e ferite il gruppo capitanato da Torque viene condotto alla chiesa centrale dove un anziano sacerdoti in uniforme clericale accoglie il gruppo.




(Padre Grim)


Padre Grim racconta loro che la guerra contro i Druni è ormai terminata grazie all’intervento militare delle forze di Pelor ma che in città regna ancora un profondo caos e che il compito che vuole assegnargli è quelli di recarsi presso la città di AGARTHA per riportare ordine ed eliminare eventuali minacce rimaste.
Torque racconta al gran sacerdote di essere all’oscuro dei fatti in quanto era in missione presso l’isola senza nome e li essere stato vittima di incantesimi temporali di magia nera.
Così dopo aver fatto rapporto al sacerdote Torque e gli altri si dirigono fuori dalla chiesa ma padre Grim, prima che il chierico esca dalla porta lo consiglia segretamente di recarsi una volta finito il lavoro ad AGARTHA presso la grande biblioteca di SHAMBALA, ad ovest del continente e fornisce al chierico una bacchetta di magia bianca per curare lui ed i suoi compagni per poi congedarsi senza ulteriori informazioni.

Usciti dalla chiesa il gruppo si dirige presso la taverna per concedersi il lusso di un pasto caldo e di un letto.
Mertul invece si dirige presso il quartier generale della sua gilda per parlare con Markov delle vicende all’isola senza nome e dell’incontro con Gildars.
Giunto al cospetto di Markov, il capo della gilda della fata, Mertul racconta delle vicende vissute al castello, dei reietti della gilda del corvo sconfitti e dell’evocatore fuggito ma soprattutto dell’incontro con Gildars.

Poi pone al mago l’anello rinvenuto dopo la morte del divoratore di anime e Markov, dopo aver consultato dei vecchi tomi nel suo studio, riconosce essere l’anello del destino ritardato, un artefatto magico molto antico e di grande potere in grado di ritardare effetti negativi che andrebbero a colpire chi lo indossa.
Markov è molto interessato all’anello e si offre di acquistarlo per 20.000 monete d’oro, Mertul accetta il denaro e consegna al mago il prezioso artefatto a patto che oltre al denaro egli gli consegni anche una copia dell’antico incantesimo con cui lui e gli altri maghi della gilda tentarono di porre fine all’oscurità del continente.
Markov dona al druido una copia del potente incantesimo e questo salutando torna verso i compagni in città.

Dopo diverse ore di riposo e dopo un abbondante pasto ristoratore il gruppo decide di recarsi presso l’armeria della città per migliorare il proprio arsenale, anche in virtù della grande somma di denaro appena ricevuta.
Giunti presso l’armaiolo Akuma decide di farsi riforgiare la propria spada con l’adamantio al fine di renderla più letale e di migliorare anche la propria armatura per resistere meglio ai colpi dei nemici.
Pallnor decise per un nuovo arco ancor più preciso.

Finita la miglioria al proprio armamentario il gruppo decide così di intraprendere un nuovo viaggio verso AGARTHA per una nuova avventura.