martedì 27 dicembre 2016

La tempesta

Recuperata la magica statuina i nostri si diressero velocemente fuori dal sotterraneo della piratessa Shae, avvicinandosi all’uscita un frastuono sempre più forte colpì la loro attenzione.
Una volta fuori dal palazzo videro quello che sembrava un tumulto in atto per le strade di CROWEN.

A quanto capirono dalle urla e dalla guerriglia civile che imperversava nelle strade, la traditrice Shae Violet era riuscita a scappare dalla prigionia, liberata da qualche suo fedelissimo, ed ora stava tentando un disperato colpo di stato per spodestare in solitaria il re dei pirati, Jhon Roger, il quale aveva sguinzagliato il suo esercito per la città, uccidendo ogni sostenitore della piratessa.
Aaron ed i suoi compagni non erano certo meno in pericolo, le mire di Shae sicuramente coinvolgevano anche lui ed il suo gruppo in quanto apertamente schierati dalla parte dello sparviero.
Decisero che era ora di abbandonare CROWEN e di farlo piuttosto in fretta.

Diretti verso l’uscita della città però notarono che le grandi porte che conducevano fuori le mura erano state barricate e date alle fiamme dagli uomini dello sparviero per evitare la fuga dei pirati traditori.
Con la città in piena guerra civile, e  ricercati dagli uomini di Shae Violet, l’unica via di fuga per i nostri eroi, sembra essere il mare.

Si diressero così in fretta verso il grande porto cittadino, dove decine di navi sostavano ormeggiate pronte alla battaglia ed al saccheggio, giunti al molo i nostri intravidero quella che poteva fare al caso loro per fuggire, un’imbarcazione del defunto pirata David Bright, come si evinceva dalle bandiere, l’imbarcazione non era molto grande e sembrava in buone condizioni, faceva al caso loro.
Saliti sulla passerella i nostri vengono avvicinati da un piccolo manipoli di pirati ancora fedeli al defunto capitano che li  intimano di scendere dalla loro nave oppure li avrebbero uccisi uno per uno.
Il tempo era tiranno ed i nostri eroi non potevano permettersi di perdere tempo con una ciurma di reietti e così, estratte le armi, si liberarono in poco tempo di quegli uomini che intralciavano la loro fuga.

Akuma rapidamente caricò sul nemico trafiggendo il pirata che li aveva minacciati, uccidendolo sul colpo. Pallnor nel frattempo ne colpì un altro al collo con due frecce letali mentre Hussam, notando uno di loro che si stava avvicinando armato di spada, lo incendiò con un dardo infuocato.
Tanto bastò agli uomini di David Bright per fuggire rapidamente e lasciare così la nave ai nostri che si attivarono subito, ognuno mettendo in campo le proprie conoscenze, per salpare quanto prima via da quell’inferno, direzione KALDOR.

Salparono, a vele spiegate si allontanarono dal porto della città,  costeggiando la riva sul lato sinistro quel tanto che bastava da riuscire ancora a notare le fiaccole ed i fuochi in modo da mantenere sempre un occhio sulla rotta e sulla terraferma per evitare naufragi, e per qualche giorno il fato fu loro alleato garantendo una navigazione tranquilla, senza incontri pericolosi in cui i nostri si riposarono e nutrirono con il pescato, finchè un giorno ( o una notte chissà ) in lontananza non videro sopraggiungere su di loro quello che sembrava l’inizio di un grande temporale.
Fulmini e saette squarciavano l’oscuro cielo sopra di loro ed un grande vento si alzo’ tanto da iniziare a far oscillare l’imbarcazione in modo allarmante.

I nostri prontamente decisero di dirigersi in tutta fretta verso la costa, ma la nave anche a causa della forte corrente si era allontanata più del previsto.

Avvicinandosi improvvisamente l’imbarcazione si arresto’ di colpo, come se avesse toccato sul fondale tanto da arenarsi ma cio’ non era possibile, erano ancora piuttosto distanti dalla riva.
I loro timori erano fondati in quanto scoprirono ben presto cosa avesse bloccato la loro imbarcazione, dei lunghi e spessi tentacoli si levarono dalle onde per avvilupparsi sull’albero maestro e sulle pareti di legno le quali iniziarono a scricchiolare in modo poco rassicurante.


Non erano le rocce sul fondo, ma un calamaro gigante che li aveva immobilizzati e si preparava per fare un lauto pasto.




Subito i nostri si attivarono per tentare di rimuovere più in fretta possibile la creatura che stava indebolendo la loro imbarcazione, unica cosa che li separava da un annegamento certo nelle gelide ed oscure acque sotto di loro. 

Akuma sfoderata la sua katana inzio’ a colpire i tentacoli della creatura mirando a tagliarne quanti più poteva mentre Hussam e Pallnor, rispettivamente con fiamme e frecce elettriche, cercavano di liberare la presa dall albero maestro prima che si spezzasse.

Tenshi inizio’ a colpire la bestia con una possente raffica di colpi ma venne pero’ avviluppato da un tentacolo del mostro che nel frattempo aveva tirato fuori dall’acqua la grande bocca, e avvicinata quest’ultima al ponte della nave, trascinava verso di se il monaco il quale sembrava destinato a finire pasto dell’enorme calamaro.

Alla vista del compagno in difficoltà l’intero gruppo rivolse i propri attacchi sulla testa emersa della grande bestia, Pallnor scagliava rapidamente le sue frecce mentre Tenshi era sempre più vicino alla bocca del mostro non riuscendo a divincolarsi dalla presa di quest’ultimo.

Quando sembrava che ormai non ci fosse più nulla da fare Akuma con un raggio rovente generato furioso dalla sua spada magica riuscì a tagliare il tentacolo della bestia e liberare il fratello per poi scagliarsi sul nemico mirando alla bocca che invece di ricevere la cena ricevette solo fendenti letali che uccisero trafitto il mostro che lascio’ la presa sulla nave per affondare nelle profonde acque nere.
Liberi dalla presa del mostro pero’ i nostri si ritrovarono nel bel mezzo di una gigantesca e terribile tempesta che faceva oscillare vertiginosamente la nave, fino a qualche secondo prima tenuta ferma dai tentacoli del calamaro gigante, ora oscillava e imbarcava acqua ad una velocità allarmante.

La pioggia incessante ed i fulmini spezzarono a metà l’albero maestro che cadendo danneggio’ il resto dell’imbarcazione, le altissime onde fecero il resto ed in poco tempo e nonostante gli inutili sforzi di tutto il gruppo la loro nave si spezzo’ a metà ed una fredda oscurità li avvolse uno per uno.

To be continued…



venerdì 2 dicembre 2016

Il re dei pirati

Dopo qualche giorno di viaggio, durante il quale Aaron ne ha approfittato per confezionare un travestimento da donna al fine di non farsi riconoscere in quel di CROWEN (non sapendo se fosse li il benvenuto oppure se sulla sua testa pendesse una taglia) gradualmente l’aria intorno si fece più fresca e l’odore di salsedine presto divenne riconoscibile. Erano giunti a CROWEN, la pericolosa città dei pirati.


Ai bordi del grande, ed unico a quanto pare, ingresso cittadino guardie armate sorvegliano chi entra e chi esce e sulle mura che confinano la città sventola ovunque la bandiera con il kraken, stemma del pirata Jhon Roger detto lo sparviero, re della città.
Decidono di entrare una volta scesi dalla carovana che li aveva trasportati fin li,  ma una volta vicini all’ingresso vengono fermati dalle guardie.


“Chi siete? Per entrare in città vi è da pagare una tassa di 1000 monete d’oro a testa, eccetto il prete, per lui l’accesso alla città non è consentito”


Disse categorica la guardia. La situazione non partiva benissimo per i nostri ma almeno il travestimento di Aaron sembrava stesse funzionando.
Inutili i tentativi di contrattare con la guardia che nel frattempo aveva chiamato anche altri due soldati, e quindi i nostri decidono di tornare sui loro passi per elaborare una strategia.

Controllando un pò in giro però non trovano un’entrata secondaria, e le mura sono troppo alte e prive di sporgenze per tentare di scalarle, decidono quindi per il pagamento della tassa, in fondo ciò che cercavano li valeva sicuramente più del dazio richiesto, ma tentarono lo stesso di negoziare sul prezzo di entrata, attesero il cambio della guardia e, celati i vessilli di Pelor di padre Torque, entrarono a gruppi di tre fingendosi mercanti o semplici viandanti e riuscendo a tirare sul prezzo risparmiando qualche moneta.

Una volta dentro la città Aaron, parlando sottovoce per non smascherarsi, dice loro che la città è divisa in quattro rioni principali, la zona che interessa loro è quella della piratessa Shae Violet, la quale ha sede nella zona dei bordelli e delle case chiuse, se è vero che la statuetta è stata rubata dal lei, è li che devono recarsi.

 La città è piena di pirati e facce poco raccomandabili, rum scorre a fiumi e fra una scazzottata ed una rissa i nostri giungono nel rione del piacere, cercando informazioni circa la situazione attuale della città, dopo il tentativo di sommossa da parte di Shae e del pirata David Bright, il quale venne scoperto da Aaron, rimasto fedele al capitano Rogers, ma sul quale riuscirono a far ricadere la colpa del tentato ammutinamento.

Entrarono in una taverna/bordello al fine di carpire qualche informazione ed eventualmente elaborare una strategia.
Presero una stanza e salirono ma nemmeno il tempo di iniziare una pianificazione che alla porta una donna prese a bussare con insistenza, dicendo che delle persone al piano di sotto chiedevano di loro.
A quanto pare qualche uccellino della città li aveva notati.
Una volta al piano di sotto notano circa 20 persone ad attenderli, dall’aspetto piuttosto losche armate di arco e frecce comandate, sembra, da una figura incappucciata che li intima di seguirli, con le buone o con le cattive.

Non avendo scelta i nostri si incamminano con quei figuri appena conosciuti che li conducono in un’enorme e fastosa casa di piacere, donne e seta in ogni dove, arazzi e tappeti dominano l’arredamento il tutto corredato da una generosa dose di oro e pietre preziose, li conducono al piano di sopra fino a giungere davanti una porta dove l’incappucciato prende Aaron e lo conduce dentro la stanza, solo loro due entrarono.
Nella stanza una voce femminile da il benvenuto al pirata Aaron, chiedendo il motivo di tale travestimento, informandosi se non avesse cambiato i suoi “gusti” dall’ultima volta che si incontrarono.
Aaron riconobbe la bellissima Shae Violet, piratessa della flotta dello sparviero, alleatasi con David Bright per spodestare quest’ultimo nonché sua vecchia amante.



“Hai una bella faccia tosta a farti rivedere disse”




Nel frattempo l’incappucciato rivelò la sua identità, anch’essa una donna bellissima, con occhi e capelli blu, era Frida, la guardia del corpo di Shae.

Aaron e Shae parlarono a lungo, lei confida di voler proseguire l’alleanza con il pirata David Bright per spodestare lo sparviero dal suo trono ma che subito dopo intende liberarsi anche di lui in modo da divenire l’incontrastata regina di CROWEN.

Il suo unico dubbio è se Aaron, suo vecchio amante, fosse dalla sua parte in questa trama di intrighi e tradimenti, dato che l’ultimo ammutinamento fallì proprio per causa sua.
Aaron ovviamente, anche per salvare la testa dal cappio, sul momento giurò fedeltà alla causa della piratessa, ma in cuor suo, per quanto l’avesse amata, sapeva cosa fare, la fedeltà verso Jhon Roger, lo sparviero, era più forte del sentimento verso la donna.

Accordatisi per far fuori lo sparviero alla riunione dei capitani delle varie flotte che si sarebbe tenuta alla residenza del capitano Roger il giorno seguente, Shae fa condurre Aaron ed il suo gruppo, nelle stanze della grande casa di piacere, dove trovarono ognuno ristoro e soddisfazione dopo mesi di viaggi e battaglie.

Il giorno seguente, vennero convocati verso la villa dello sparviero, Aaron fece il suo ritorno dal sue vecchio capitano ed una volta di fronte l’entrata della grande sala delle riunioni entrò accompagnato solo da Akuma il quale si spacciò per guardia del corpo del pirata.

La stanza era larga e maestosa, sulla parete centrale il grande stemma con il Kraken del capitano Roger sovrastava l’arredamento, ed una poltrona su cui poggiava un uomo destò l’attenzione dei due.
Era una figura buia e fiera allo stesso tempo, un uomo alto e robusto, con barba e baffi fitti ed una benda sull’occhio destro, un mantello nero copriva le sue spalle quando accolse i membri della sua ciurma ad avvicinarsi. 
Fra loro vi erano Shae Violet ed il pirata traditore David Bright, oltre che le rispettive guardie del corpo, ed un paio di capitani meno influenti della flotta anch’essi votati alla causa traditrice.



( Lo riconoscete? )


Il re dei pirati si alzò in tutta la sua possenza, e guardando i suoi capitani di flotta disse loro:



“Bene, ci siete tutti, anche tu, Aaron, sappiate che so bene del vostro tentativo di ammutinamento e so bene anche ci siano i veri responsabili, quindi ora vi chiedo, intendete arrendervi e deporre le armi o preferite morire subito?”



Disse rivolgendosi a Shae e David Bright.

La piratessa lanciò uno sguardo di intesa ad Aaron mentre estraeva la spada ma quest’ultimo non ricambiò tale sguardo, sia Aaron che Akuma infatti rimasero immobili, con le armi ben al loro posto e non appena i due pirati traditori ebbero estratto lo loro finalmente il capitano Roger, comprese bene le due fazioni nella stanza, fece la sua mossa.

Estrasse due spadoni che impugnava saldamente e con uno scatto quasi impercettibile li piantò nella schiena della guardia del corpo di Shae e David, per poi rivolgere l’attacco sui suoi ex capitani di flotta.
Inutile il tentativo di resistere, il re dei pirati dimostrò di essersi meritato il titolo per il quale stava lottando, le sue mosse erano fluide e letali, una velocità ed una precisione nei colpi che lasciarono Akuma sbalordito e incredulo.

Il capitano Roger stava uccidendo uno per uno i traditori che si erano presentati nella sua casa senza che essi potessero fare nulla per impedirlo. Il sangue macchiava il tappeto e i presenti non fecero in tempo nemmeno ad urlare e, uno ad uno, nel giro di pochi secondi assaggiarono la spada del capitano, anche David Bright il quale inutilmente tentò una fuga disperata, ma anch’egli trovo solo la morte quel giorno.

L’unica a non morire, quel giorno, fu Shae Violet, la quale si arrese e venne condotta nelle celle per essere, molto probabilente, impiccata il giorno seguente.

Fatta condurre la piratessa nelle prigioni il capitano Roger si rivolse verso Aaron, riconoscendo in lui un fedele alleato che non lo ha mai tradito, nemmeno quando la sua donna aveva organizzato e tramato alle sue spalle, egli gli è sempre rimasto fedele. Il capitano offre così al suo fedele Aaron la possibilità di prendere uno dei magnifici tesori che Shae tiene nel suo sotterraneo, proprio sotto il suo palazzo del piacere.

Il giovane pirata si informa circa la presenza di qualcosa raffigurante una statuetta di donna, ma il capitano non sa bene quali ricchezze vi siano li sotto, ma se è la statuetta che stanno cercando possono prenderla ma devono sbrigarsi in quanto ha già mandato i suoi scagnozzi a depredare le ricchezze della traditrice.

Prima di dirigersi nei sotterranei però, Akuma, rimasto affascinato dalla grande abilità del capitano Rogers, chiede a quest’ultimo se fosse possibile apprendere da lui qualche tecnica di combattimento. Lo sparviero accetta la proposta del samurai e fa uscire tutti dalla grande sala rimanendo a tu per tu con il guerriero.


“Fammi vedere cosa sai fare, ragazzo”


Disse lui ed Akuma si scagliò deciso sull’avversario estraendo la spada e cercando il momento giusto per colpire, dopo uno scambio fra i due il samurai tenta l’affondo con la sua katana ma il pirata schivò con una rapidità mai vista e senza che il guerriero se ne accorse estrasse una delle sue spade e poi.. fu buio.

Akuma rinvenne dopo qualche minuto circondato dai compagni e dallo sparviero ridente in un angolo.


“Hai molto da imparare ancora, ragazzo. Torna da me fra qualche anno”


Disse rivolgendosi al samurai sorretto dal fratello Tenshi. Akuma promise che si sarebbero rincontrati e quella volta l’esito sarebbe stato differente, e con queste parole i nostri avventurieri si incamminarono verso il sotterraneo di Shae, alla ricerca della magica statuetta.

Giunti nei pressi del palazzo i nostri entrarono e videro che gli uomini del capitano si erano già messi in azione per razziare i tesori della piratessa e condurre i suoi fedelissimi nelle prigioni.
Ovviamente i nostri passarono senza problemi i controlli in quanto il volere del capitano (di concedere loro uno dei tesori del sotterraneo) era stato prontamente comunicato alle guardie che vigilavano sui “lavori” della ciurma dello sparviero.


Una volta dentro i nostri trovarono con facilità l’ingresso del sotterraneo, indicatogli dalle guardie, solo che era chiuso da uno spesso cancello di ferro nero.
Ma l’abilità di Aaron è ormai nota e la serratura non fece troppi capircci ad aprirsi, e spalancate le porte per i nostri inizia la ricerca.
Torque avverte subito una potente aura magica nell’aria, ma non un’aura benevola bensì di fuoco e caos.

Il cancello conduce lungo una larga grotta sotterranea illuminata bene da una fila di torce poste ai bordi del muro, la fila di torce segna quasi un percorso che conduce i nostri verso una grande sala, dove è molto forte l’aura magica, ed in fondo a questa sala intravedono un piccolo baule, la caverna è illuminata dalle torce poste ai bordi ma è vasta e l’orrore al suo interno si agita nel buio dell’alto soffitto.

Improvvisamente, non appena i nostri si avvicinarono di qualche passo verso il baule, un abominio enorme cadde dal cielo (si fa per dire) sopra di loro.
Una figura orribile e rivoltante si manifestò, come un enorme ragno con il corpo di donna, simile al drider già incontrato, ma di taglia estremamente più grande, e con un potere magico davvero forte, era infatti la creatura ad emanare quell’aura di caos e fiamme percepita dal chierico e dallo stregone. 






L’abominio sputò un getto di fiamme liquide sull’intero gruppo che non si aspettava tanto orrore tutto in una volta, evitate le fiamme gli arcieri Pallnor ed Aaron, incoccate le frecce di ghiaccio, iniziarono col bersagliare la bestia, che accusando il colpo, urlò di rabbia contro i nostri.

Una volta rialzati Tenshi ed Akuma caricarono insieme il nemico colpendolo ripetutamente a colpi di spada e colpi marziali poderosi, supportati dalla magia bianca di Torque che nel frattempo aveva lanciato un circolo di protezione dal caos sui suoi compagni.

Hussam, lo stregone, d’altro canto non poteva che rispondere con la stessa moneta, e caricatosi di fiammante magia scaglia una grande sfera di fuoco sulla creatura.
Ma l’abominevole mostro non ha ancora mostrato tutto il suo potenziale, in tutto quel tempo che ha subito gli attacchi dei nostri si era caricato di magia infernale fino al punto di rilasciarla improvvisamente con una grande esplosione che colpisce i due fratelli scaraventandoli lontano di diversi metri. Akuma finì nella pozza di lava incandescente subendo moltissimo da quell’attacco.
Tenshi corre in soccorso del fratello spingendolo via dalle fiamme e Torque accorse provvidenziale per curare le ustioni con il suo potere di guaritore.

Nel frattempo Hussam, rispondendo colpo su colpo, continua a sferrare sfere di fuoco al massimo della sua potenza sulla bestia che inizia ad accusare gli attacchi congiunti dei nostri eroi che concentrata sullo stregone lascia il tempo agli arcieri Pallnor ed Aaron, di prendere la mira con le loro frecce magiche di ghiaccio e centrarla in pieno volto, ponendo fine a quell’orrore.

Riprese le forze si avvicinano al baule e notano che sulla serratura è incisa una runa della magia del fuoco a protezione.

Aaron si mise così subito all’opera per aprirlo ma  la serratura è estremamente delicata e al primo errore la runa esplode in una fiammata colpendo in pieno il giovane pirata.
Ma Aaron non si arrende e affinata la precisione riesce a scassinare la serratura e quel che trovarono dentro li fece esplodere, di gioia però.

Una piccola statuina, con fattezze di donna era li, adagiata nel baule, che li attendeva. Ce l’avevano finalmente! 

venerdì 28 ottobre 2016

La città al centro della terra

Abbandonato l’accampamento di Rick, i nostri proseguono il viaggio verso CROWEN guidati dal ranger Pallnor e dalla sua lupa, durante il tragitto Aaron impiega il suo tempo costruendosi una buona  parrucca ricavata dalle criniere dei centauri uccisi nella precedente avventura, in modo da assemblarla al suo vestito da cortigiana e dai suoi guanti di donnola per completare il travestimento che utilizzerà una volta arrivato nella sua città natale al fine di camuffarsi non sapendo ancora se verrà accolto come amico oppure se sulla sua testa pende una taglia.

Dopo circa tre giorni lungo la strada si imbattono in quella che sembra essere una enorme spaccatura nel terreno, come una sorta di grande faglia i cui bordi sono circondati da grandi torce che la rendono abbastanza visibile nella grande oscurità tutta intorno.

Vicino le torce si intravedono delle figure che sembrano essere umane ed avvicinandosi i nostri notano distintamente che quelle ombre sono a tutti gli  effetti degli uomini che lavorano lungo quella grande faglia illuminati dalle lanterne, questi uomini indossano vesti popolari ed imbracciano un piccone, sono dei minatori che visto il gruppetto di avventurieri verso di loro intimano:


“Chi va là, chi siete? Questa è la città sotterranea di SKAROGNA”


I nostri si informano circa la natura e la storia di quella strana città, presentandosi come avventurieri in viaggio una città vicina, ed il minatore suggerisce loro di seguirlo per esplorare la magnificenza della secolare città che si estendo per kilometri nelle viscere del terreno.

Si incamminano per le scalinate di pietra, scavate nella nuda roccia, e scendono verso quella che è una grande città di minatori e commercianti di gemme e metalli preziosi estratti dal ventre del pianeta, il minatore li conduce da un tale Holaph, qualcosa di simile ad un signorotto locale, ben informato della storia della città e di ciò che accade al suo interno.

Egli da il benvenuto ai visitatori i quali, visibilmente stanchi dal viaggio, vengono indirizzati a fare due chiacchiere verso una grande taverna, dove viene ordinato cibo e bevande.
L’uomo racconta che la loro città è da secoli in continua espansione verso il basso, nelle profondità della terra, posizione utile da un punto di vista strategico che vive soprattutto di scambi di metalli preziosi ed armamenti derivati da essi, estratti dal terreno con le varie città e questo permette loro la sopravvivenza ed il benessere.

Ma non è l’unico motivo del loro scavare, pare infatti che ancor più in profondità vi siano i resti di un’antica città nanica, perduta da secoli, aggiunge inoltre che i lavori in quelle settimane sono pressoché fermi a causa delle strane sparizioni che stanno avvenendo nei tunnel sotterranei, diversi minatori sono scomparsi nel nulla senza lasciare traccia, le impronte sul terreno dei minatori si interrompono di colpo senza alcun indizio.

I nostri, incuriositi, si offrono di andare a controllare la situazione nei tunnel, ma non prima di aver riposato un po, quindi salutato Holaph e datosi appuntamento il giorno seguente presso il bancone della taverna, i nostri optano per un po di riposo.
L’indomani i nostri sono puntuali all’appuntamento tranne Hussam, lo stregone, il quale preferisce fare un giro in città.
Il restante gruppo viene affidato da Holaph ad un minatore esperto che farà loro da guida in quei labirintici tunnel fino al luogo dove sono inziate le sparizioni.

La discesa prosegue tranquilla, fra minatori al lavoro e grandi gallerie illuminate con grandi torce ad olio, fino a giungere ad un grande cancello, dove la loro guida si ferma dicendo che le sparizioni sono iniziate proprio da quel punto e che lui non li condurrà li dentro, dovranno vedersela da soli. Egli aspetterà il loro ritorno fuori dal cancello che terrà chiuso fino al loro ritorno.

Detto ciò i nostri si incamminano presso il lungo tunnel imbracciando le loro torce in quanto non è ben illuminato come gli scavi precedenti, anche il tunnel non è ben sistemato e lavorato e la roccia è visibilmente friabile, segno che chi ci stava lavorando ha ben deciso di non mettere più piede li dentro a causa delle misteriose sparizioni.
Dato che in quei tunnel è facile perdersi Aaron decide di segnare il percorso grazie a della vernice precedentemente chiesta al minatore, proseguendo trovano varie grotte con numerose stalattiti dove devono limitare al massimo i rumori, anche minimi, per evitare che qualcuna si stacchi precipitando sulle loro teste.

Il loro cammino procede senza trovare grandi indizi se non carrelli e picconi abbandonati su gallerie mai completamente scavate, e torce ad olio spente, quando improvvisamente il terreno cede sotto i loro piedi,  franando di qualche metro, e una volta rialzati davanti a loro si manifesta una grande bestia sotterranea, dalle fattezze di un enorme insetto, con grandi mascelle a pinza ed una robusta corazza.       



Tenshi senza indugiare carica sul mostro il quale intercetta il suo attacco bloccandolo con le sue potenti mandibole ma il monaco non si arresta e acrobaticamente si libera della morsa del nemico colpendolo con tutte le sue forze.

Pallnor imbracciato il suo fedele arco scaglia due frecce sulla bestia ma la sua corazza è spessa e le frecce non fermano la fame di morte che i nostri hanno acceso nel mostro il quale tenta di afferrare con i suoi artigli Akuma che nel frattempo si era avvicinato, ma il samurai si divincola dalla presa del mostro che si era abbassato per morderlo con le forti mandibole ed il samurai estratta rapidamente la sua katana decapita la bestia senza pietà.

Ucciso il mostro Tenshi si arrampica per tornare sul sentiero delle gallerie e calando una corda aiuta i compagni ad uscire dalla tana di quella creatura per proseguire le indagini, non possono essere stati rapiti da una cosa come quella, sarebbero rimasti indizi, evidentemente quello appena incontrato era un semplice abitatore delle grotte in cerca di un facile pasto.

Proseguendo giungono in una grande caverna, molto più grande di quelle trovate finora, con numerose colonne calcaree al suo interno, la grotta è vasta e molto scura e le semplici torce non bastano per illuminarla tutta quindi, approfittando della natura calcarea delle colonne Torque decide di illuminarne qualcuna con la sua magia bianca per illuminare meglio l’ambiente, ma mentre poggia la sua mano su di una colonna, una grande ragnatela magica cade dal soffitto intrappolando l’intero gruppo tranne Pallnor ed Aaron rimasti più indietro rispetto ai compagni.

Akuma e Tenshi riescono a divincolarsi dalla ragnatela quando un fulmine magico scagliato dall’ombra li colpisce.
I due fratelli, una volta rialzati aiutano Torque a divincolarsi dalla ragnatela permettendo al prete di illuminare le colonne limitrofe, la grotta si illumina meglio ma quella “cosa” che li ha colpiti di sorpresa si è nascosta negli angoli ancora bui della stanza, e dall’oscurità minaccia silenziosa i nostri che non sapendo dove colpire rimangono bersagli facili per i fulmini scagliati da quella misteriosa creatura.

Decidono così di correre fuori dalla grotta ed attendere che sia il mostro o qualunque cosa si annidi nell’ombra a seguirli in modo da poterlo sfidare nel tunnel dove è più difficile che possa nascondersi data la natura stretta del terreno di combattimento.

Usciti dalla grotta però un nuovo incantesimo colpisce i nostri, la luce delle lanterne e quella magica posta sullo scudo del chierico si affievoliscono improvvisamente immergendo i nostri in una profonda oscurità.
Allontanandosi verso l’entrata del tunnel un nuovo fulmine funesta il gruppo ma questa volta sia Aaron che Pallnor intravedono una figura nel buio, e prontamente i due arcieri scagliano rapidi ma le frecce trapassano la figura intravista come si trattasse di un’illusione.
I nostri si avvicinano a quella copia magica della creatura e denotano finalmente le fattezze di quell’essere, una vecchia conoscenza per Akuma, Tenshi e Torque, un temibile Drider, mezzo elfo oscuro mezzo ragno,  già affrontato tempo prima.




Ma quella era solo una copia magica, dovevano trovare l’originale ed ucciderlo.
Improvvisamente una freccia dall’oscurità colpisce di striscio Akuma, Tenshi però riesce a notare un dettaglio dell’arco della creatura che aveva appena mirato al fratello e senza indugi carica furioso il nemico ma riesce a colpire solo il buio, nel frattempo Aaron incocca una freccia dandole fuoco e mirando nella direzione in cui il monaco aveva intravisto il nemico sferra un’attacco quasi alla cieca che però va a segno colpendo per la prima volta il terribile Drider.

Rapidamente incocca una nuova freccia seguito anche da Pallnor ed Akuma, i tre bersagliano il nemico con una pioggia di frecce rendendo visibile quest’ultimo agli occhi del monaco il quale si avvicina al mostro colpendolo ripetutamente e strappandogli il cuore con le mani.
Una volta ucciso viene poi decapitato dal samurai come prova da mostrare ad Holaph di aver risolto il problema delle sparizioni nelle gallerie, in modo da poter tornare a scavare.
Nella grotta del Drider vengono rinvenuti i resti dei minatori scomparsi avvolti nei bozzoli secreti dal mostro.

Tornati in superficie i nostri raccontano il loro incontro con la bestia che rapiva i minatori nelle caverne e dei ritrovamenti umani nella grotta, Holaph, incredulo ringrazia di tutto cuore i nostri ai quali offre un passaggio su una carovana per dirigersi nella vicina Crowen, meta del loro viaggio, in modo da arrivarci prima e con meno rischi.

I nostri accettano ma prima di partire Akuma decide di visitare la più grande e fornita armeria della città nella quale, presentatosi al negoziante, mostra il progetto per lo scudo di mitrill rinvenuto nella grande biblioteca di SHAMBALA.

Il proprietario è stupito di vedere un progetto tanto accurato e i due si accordano per lo sviluppo di tale scudo forgiato con il metallo richiesto, il mitrill, leggero e resistente, e inoltre rimangono d’accordo per il pagamento anticipato di 8000 monete d’oro per poter poi ritirare il prodotto finito dopo circa un mese necessario per la forgiatura.
Nel frattempo, prima di partire anche Aaron e Pallnor notano qualcosa di interessante nella fornitissima armeria,  delle frecce forgiate con il potere del ghiaccio ed altre con quello dei fulmini, prendendo così due faretre di ogni tipo.

Salutato l’armaiolo e datosi appuntamento una volta ultimato lo scudo i nostri si dirigono in superficie dopo Holaph li attende con la carovana che aveva loro promesso che li condurrà alle porte di CROWEN. 


martedì 4 ottobre 2016

La storia di Aaron

Raccontato l’incontro extraplanare, il viaggio dei nostri eroi riprende alla volta dell’accampamento dei centauri seguendo le coordinate date loro da Rick, il capo dell’accampamento.

Dopo diverse ore di cammino presso oscuri sentieri si trovano davanti delle vecchie rovine di antichi templi ormai ridotti a cumuli di macerie dai secoli e dalle razzie dei centauri.
Dopo qualche momento di esplorazione il ranger Pallnor trova un sentiero seguendo delle tracce mentre Akuma nota che Torque, il prete, è immobile davanti ad un piccolo altare in rovina, immobile con gli occhi rigirati e bianchi, in trance di preghiera, e tutti i tentativi del samurai di svegliarlo da quella profonda concentrazione sono vani.

Decisi a lasciare Torque al suo momento di profonda concentrazione, consapevoli che li avrebbe presto raggiunti, decisero di incamminarsi nel frattempo presso il sentiero rinvenuto dal ranger.
Proseguendo lungo la strada si trovano ad un bivio quando Tenshi sembra notare qualcosa che si muove nell’ombra, mentre si avvicinano per capire di cosa si trattasse l’ombra, evidentemente accortasi di intrusi in avvicinamento, fugge ma viene raggiunta da una freccia di Aaron.
Una volta vicini la figura si delinea svelando le fattezze di un centauro che ferito grida, probabilmente aiuto, in una lingua sconosciuta e poi cerca di colpire i nostri ma viene freddato prima che potesse afferrare la sua arma.


Occultando il cadavere si prosegue lungo il sentiero quando Pallnor sente in lontananza un rumore di zoccoli in avvicinamento. Il gruppo decide così di spostarsi dalla strada centrale verso la vegetazione per nascondersi dalla luce delle lanterne e nascosti fra gli arbusti notano tre centauri, probabilmente accorsi al grido di aiuto del compagno ferito.




Aaron avvicinandosi furtivamente scaglia due frecce colpendo uno dei centauri al collo, uccidendolo sul colpo, mentre Pallnor sempre armato di arco ne ferisce un altro dando modo a Tenshi di caricare a sorpresa il nemico ferito uccidendolo.
L’ultimo centauro, rimasto solo, tenta una ritirata strategica ma viene ucciso da due frecce che si conficcano precise nella sua testa scagliate da Aaron, letale nel buio.
Akuma ed Hussam sentono nuovamente un rumore di zoccoli che sopraggiunge, questa volta i rinforzi sono più numerosi ed una batteria di sei centauri è presto sulle loro tracce, giunti nei pressi dei compagni morti si fermano e proprio in quel momento di esitazione da parte dei nemici colpisce la fredda mano di Aaron scoccando una freccia letale che uccide il più vicino mentre Tenshi, replicando l’attacco precedente, salta in direzione del nemico con una grande acrobazia, colpendolo con il ginocchio, spaccandogli il cranio e uccidendolo sul colpo.
Saltata la copertura del gruppo è il momento dei centauri di replicare all’attacco caricando su Tenshi ed Aaron con una furia smodata.

I due vengono colpiti duramente dalla carica dei nemici e cadono a terra,  anche Hussam, lo stregone, opta per uscire dalla vegetazione e una volta vicino ai nemici scaglia su di loro un grande cono infuocato, sprigionando il suo potere ed incenerendo senza pietà due centauri.
Aiutato il fratello a rialzarsi Akuma carica insieme al monaco su di un grosso centauro dando vita ad uno scambio di colpi dove la bestia rimane gravemente ferita e uccisa da un colpo di grazia scagliato dall’arco di Pallnor sopraggiunto in supporto ai compagni.
Gli ultimi due centauri accerchiano il samurai ma quest’ultimo, riuscendo ad evitare gli attacchi frontali dei nemici, impugnando saldamente la sua fedele katana li uccide entrambi con fendenti eleganti e precisi che non lasciano scampo al nemico.

Finito lo scontro il gruppo decide di proseguire rapidamente lungo il sentiero in quanto non sembra, per il momento, di sentire rumori di eventuali rinforzi nemici.
Il sentiero è impervio e la strada si alterna spesso con numerosi bivi e sentieri secondari, ma grazie all’orientamento del ranger, sembra che stiano procedendo nella direzione corretta.
Il percorso alterna fra bivi e piccoli spiazzi dove spesso i nostri sono costretti a combattere con piccoli gruppetti formati da tre/quattro centauri contro i quali non hanno grandi difficoltà, sfruttando spesso l’effetto sorpresa e le frecce degli arcieri,  quando ad un certo punto Pallnor sente un gran frastuono provenire da nord.
Proseguono fino ad imbattersi in una strana parete, formata interamente da rovi spinati, che chiude un lato del sentiero, qualcosa di quel muro spinato li spinge a sapere cosa ci sia dall’altra parte ed uno alla volta, facendo molta attenzione ed aiutandosi a vicenda riescono a scalare e ad attraversare quella trappola vegetale.
Una volta dall’altro lato della parete notano una sorta di vecchio rudere di pietra, alto all’incirca una dozzina di metri, lo spiazzo non sembra avere altre entrate se non attraversando la parete di rovi e dunque risulta essere il luogo migliore dove accamparsi per qualche ora per riprendere le forze dai numerosi combattimenti.
Decidono così di arrampicarsi in cima al vecchio rudere di pietra ma essendo una roccia piuttosto friabile l’arrampicata risulta estremamente difficile per i nostri, Hussam ricorre alle sue arti magiche lanciando un incantesimo temporaneo su Akuma il quale di colpo divenne molto più grande, aumentando di taglia rapidamente, il che consentì al samurai di arrampicarsi senza problemi e calare la corda per facilitare l’arrampicata ai suoi compagni per tornare alle sue dimensioni normali entro pochi minuti ( ma lo stupore nel guerriero, e non solo in lui, rimase per diverse ore ).

In cima al rudere di pietra rinvengono un piccolo forziere impolverato, Aaron sfoggiando la sua capacità di scassinare le serrature, già ampiamente brevettata in precedenti avventure, riesce senza problemi ad aprire il forziere trovando un mantello, all’apparenza un comune mantello ma analizzandolo Hussam ne percepisce una lieve aura magica, ad Aaron una volta indossato descrive una sensazione gradevole, come se si sentisse più fortunato.
Dopo diverse ore di riposo il gruppo è pronto a riprendere il cammino ma non prima di aver recuperato il loro compagno Torque.

Nel frattempo, all’inizio del sentiero, il giovane prete Torque si risveglia dalla sua trance mistica, notevolmente rinfrancato spiritualmente e fisicamente, ma nota di essere solo e che i compagni hanno già intrapreso il sentiero per l’accampamento nemico.
Decide di incamminarsi seguendo a stento le orme lasciate dai passi dei compagni quando si imbatte in un centauro, che vedendolo lo carica armandosi di lancia e pronto a scagliare l’attacco sul chierico.
Ma Torque immobilizza il nemico ricorrendo alla sue arti magiche e una volta bloccato lo uccide con il suo mazzuolo benedetto.

Poco dopo sente dei passi nella sua direzione e preparatosi al peggio si prepara all’attacco ma viene raggiunto dai suoi compagni attirati dal rumore e dall’aura magica captata da Hussam.
Aggiornato il chierico sugli ultimi eventi e messo al corrente dei numerosi nemici affrontati finora il gruppo prosegue verso nord, dove il giorno prima Pallnor aveva percepito un forte rumore.
Presto però giungono nei pressi di una radura dove vengono intercettati da un gruppo di quattro grossi centauri, più grandi di quelli affrontati in precedenza, i quali scagliano i loro giavellotti sui nostri che evitandoli si preparano all’imminente battaglia estraendo le armi.




I centauri caricano velocemente estraendo le loro armi, furiosi si dirigono verso i nostri galoppando.
Tenshi evita agilmente il colpo del nemico contrattaccando e dando fondo a tutto il suo ki interiore mentre Akuma, sfoderata la spada scaglia fendenti precisi.
Hussam decide di scaldare ancor più il combattimento sprigionando il fuoco dalle sue mani ardendo uno dei nemici che morente però riesce a colpirlo con la sua falce. I due arcieri convergono i loro archi su di un unico bersaglio trafiggendo il nemico da una pioggia di frecce mentre Torque riesce a comandare mentalmente uno dei nemici obbligandolo a deviare i suoi colpi sui propri compagni bestiali.
Rimasti due nemici Akuma si scaglia su uno di loro uccidendone uno con un colpo preciso alla gola uccidendolo sul colpo, fatto ciò si abbassò per lasciare campo libero al fratello Tenshi che con un’acrobazia era già saltato in direzione del nemico finendolo con una scarica di colpi.
Dalle loro spalle caricano altri tre nemici in supporto ma Hussam generando tre copie illusione di se stesso li confuse e mentre i nemici attaccavano le copie egli li incenerì con un raggio rovente.

Guarite le ferite dalla magia bianca di Torque si prosegue aiutati dal ranger e dal fiuto della sua lupa alla volta dello scontro finale, ormai erano vicini e volevano chiudere questa storia, giunti nei pressi dell’accampamento vero e proprio si trovarono lungo un sentiero ai cui lati si ergeva un colonnato in rovina, in fondo al sentiero una serie di grandi torce illuminavano un grande trono tribale dove vi era un enorme centauro, il più grande che avessero mai visto, che una volta captata la presenza di forestieri avventori tuonò loro che si trovavano al cospetto del grande capo DOMO, signore dei centauri di quelle terre, e che i suoi fedeli compagni li avrebbero uccisi e dati in pasto alle sue creature.
DOMO infatti ai lati del suo trono teneva incatenati due creature mostruose, mezze uomo e mezze toro che prontamente liberò verso i nostri eroi subito dopo aver dato il comando ai suoi gregari di catturare e portargli la testa dei nostri.





Il piccolo esercito di DOMO si getta galoppando alla carica mentre gli arcieri Aaron e Pallnor ne iniziano ad uccidere qualcuno in avvicinamento, scagliando frecce letali che colpiscono i nemici in punti vitali.
Vedendo i suoi in difficoltà anche DOMO decide di scendere in battaglia e si scaglia verso Akuma che nel frattempo stava lottando insieme al fratello Tenshi contro i due minotauri supportati nelle retrovie da Torque.
L’enorme centauro si erge maestoso sopra il samurai che non si lascia spaventare dal nemico, con il quale ingaggia un combattimento senza esclusione di colpi.





Nel frattempo Pallnor ed Aaron stanno decimando il piccolo esercito di centauri scagliando frecce senza risparmiarsi, quasi stessero facendo una gara a chi alla fine, ne avrebbe uccisi di più, Tenshi invece lotta supportato da Torque contro i minotauri  armati di possente ascia a due mani quando vengono accerchiati da tre nemici pronti per sferrare loro una raffica di giavellotti ma vengono anticipati dalle fiamme dello stregone che arde i nemici scagliando su di loro un potente cono di fiamme.
Akuma non risparmia i colpi sul possente DOMO ma la stanchezza e le numerose ferite cominciano a farsi sentire, anche il grosso centauro è visibilmente ferito dai continui colpi di spada del guerriero ma mentre si appresta a sferrare l’ultimo colpo su quest’ultimo una freccia del ranger lo raggiunge colpendolo in testa ed uccidendolo all’istante.

Morto il leader la maggior parte dei centauri fugge in tutte le direzioni mentre uno dei due minotauri carica furente sul ranger artefice del colpo fatale ma viene intercettato da una ginocchiata acrobatica del monaco a cui il nemico non riesce a resistere accasciandosi senza vita a terra.
Terminata la battaglia e uccisi tutti i nemici rimasti Torque accorre a curare le ferite dell’intero gruppo che ristabilito magicamente dal chierico si reca al grande trono tribale che viene, senza indugi, distrutto a colpi di spada da Akuma, sotto il trono vi è un forziere dove vengono rinvenuti circa diecimila pezzi d’oro, un sacchetto con delle gemme preziose, ed un lungo bastone d’avorio inciso.

Tornati al villaggio di Rick, al quale raccontarono la pericolosa avventura, rassicurato dal pericolo centauri, lasciarono all’uomo parte del ricavato del forziere per permettere a quella piccola comunità di crescere ed un giorno divenire un’importante villaggio in quelle terre selvagge.
La commozione dell’uomo non ebbe eguali e rifornì di cibo i nostri per il proseguo del loro viaggio.
Salutato Rick ed il suo avamposto per i nostri è tempo di rimettersi in viaggio verso CROWEN quando Aaron, ebbe da fare una confessione ai compagni circa il suo passato che affermava di non ricordare.


Compagni avventurieri ho un segreto da svelarvi. Non sono stato onesto nei vostri confronti per timore di un rifiuto, la mia vera storia e' un'altra. Non e' vero che ho perso la memoria, che non ricordo niente e che non so chi sia ne da dove venga, come al contrario e' assolutamente vero che io mi chiamo Aaron e venga proprio da Crowen, la citta' pirata in cui ci stiamo dirigendo.

Ritengo necessario ,per la mia e la vostra sopravvivenza ,dato che stiamo per dirigerci in quel buco infernale putrido e squallido, che voi sappiate che io sono, o meglio, ero...un pirata. Dovete sapere che a Crowen ci sono tre fazioni di pirati che combattono l'una al fianco dell' altra e lo hanno sempre fatto, almeno da quando i miei avi mi narrano, e a capo di queste fazioni vi e' il re dei pirati soprannominato LO SPARVIERO!!. 
Io viaggiavo e combattevo nella 3 flotta di crowen nella quale capitanava lo spietato David Bright

Per puro caso trovatomi sul ponte a controllare la situazione della nave passai vicino la sua cabina dove lo sentii vociferare e complottare contro lo sparviero per usurpare il suo trono da re ucciderlo e diventare cosi lui stesso re dei pirati.

Purtroppo pero' venni sorpreso ad origliare e quello che avevo sentito non sarebbe potuto uscire da quel contesto. Cosi venni accusato di ammutinamento e condannato a morte. Ma per mia fortuna i mio assassino o per meglio dire quello che avrebbe dovuto esserlo non era cosi abile e sveglio, e non avendo fatto bene il nodo delle corde che usarono per legarmi e buttarmi giu' dal ponte riuscii' a slegarmi e a fuggire.

Loro credono che io sia morto ma se qualcuno dovesse riconoscermi sarebbero guai amari. 
Ora spero che questa rivelazione non vi porti a lasciarmi solo e ad abbandonarmi al mio destino. Anzi, spero di poter continuare a viaggiare con voi e ad aiutarvi nella causa che state perorando."



Comprese le ragioni che portarono Aaron a mentire circa le sue reali origini il gruppo decise di tenere il giovane pirata con se, probabilmente era utile recarsi in quella terribile città con qualcuno che sapesse muoversi nei suoi meandri e così il viaggio riprese alla volta della città dei pirati alla ricerca della preziosa statuetta con fattezze di donna dal potere magico descritta da Muradin.





mercoledì 28 settembre 2016

Un'altra dimensione

Durante il tragitto verso il grande accampamento dei centauri, i nostri si trovano a vagare nelle oscure foreste di funghi, quando in un angolo molto fitto di vegetazione uno strano vento si alza dalle profondità della foresta ed un particolare bagliore colpisce la loro attenzione. Non sembra la luce di una lanterna, è più brillante, più luminosa.

Tutti insieme decidono di andare a vedere da cosa provenisse o cosa  fosse la fonte di tale luminosità ed avvicinandosi, molto cautamente, notano quello che sembra essere un grande cerchio di luce, alto più o meno un paio di metri e largo abbastanza da far passare un paio di uomini affiancati.
Ma la cosa più sbalorditiva non era il cerchio in sé ma quello che si vedeva attraverso tale magia.
Un boschetto luminoso, soleggiato, di un sole reale un qualcosa che in questo continente era perso da tempo e di cui nessuno ha quasi memoria, lo stupore e lo shock sono palpabili. In quale magia si erano imbattuti, non era un semplice cerchio magico, era un portale verso un altro mondo, estraneo alla maledizione lanciata su quel continente, un luogo, forse, dove le terribili creature che maledirono quelle terre non esistono.

Cautamente il gruppo prova ad infilare piano chi un braccio chi il fodero della spada in quel portale ma soltanto Akuma, Tenshi e Aaron riescono ad oltrepassare la soglia, evidentemente vi è una sorta di barriera antimagia che blocca tutti coloro in grado di padroneggiare, anche minimamente, arti magiche o incantesimi.
Decisi a saperne di più Akuma, suo fratello Tenshi ed Aaron decidono di oltrepassare il cerchio magico, la tentazione di sapere l’origine di quell’incantesimo è troppo forte per resistere.  Accordati con i compagni i quali si accamparono nei pressi del cerchio di luce in attesa del loro ritorno per non più di qualche giorno i tre avventori oltrepassarono il portale e si ritrovano preso avvolti dalla luce e dal calore di un sole che i due fratelli non vedevano da lungo tempo ormai mentre Aaron, nato e cresciuto in quel continente, osservava per la prima volta una vegetazione ed un panorama che brilla di una luce per lui estranea e sconosciuta, il suo stupore fu grandioso, come quello di tutti d’altronde.

Ma il tempo per stupirsi lasciò il posto alla curiosità circa la natura di quel luogo, i tre decisero di esplorare quanto più possibile quelle luminose terre fitte di una vegetazione variegata e rigogliosa.
Seguirono un percorso fino a giungere nei pressi di una radura, dove proveniva una gradevole melodia d’arpa, che trasmise nei loro cuori calma e serenità.
Aaron, nascondendosi nella vegetazione si avvicina furtivo alla fonte di quella melodia, una volta nei pressi della radura nota un enorme cervo bianco ed un uomo, di bell’aspetto, con abiti curati ed in mano una grande arpa il quale si rivolge nella direzione in cui Aaron era nascosto e disse:



Vieni pure avanti, e chiama anche i tuoi amici




Stupiti dalle doti di quello strano uomo, Aaron chiama Tenshi ed Akuma, ed una volta al loro cospetto egli si presenta con il nome di TRISTANO.

Racconta di aver vagato per secoli in quelle oscure terre selvagge e tramite un potere magico maturato in tutti quegli anni sia riuscito a teletrasportare, tramite un potente incantesimo, la porzione di mondo sulla quale sono in un’altra dimensione, lontano dagli orrori e dall’oscurità che i tre avventori conoscono bene.

Akuma, Tenshi ed Aaron hanno molte domande per l’uomo, ma egli comunica loro che risponderà ad una, ed una soltanto, solo se gli dimostreranno di volerlo veramente e di esserne all’altezza.
Detto ciò Tristano, con un tocco lieve alla sua arpa pronunciò il nome “MISHA”  ed un enorme orso dal pelo marrone scuro si manifestò dalla fitta vegetazione in carica sui tre compagni.






Il maestoso orso si scaglia violento contro Tenshi buttandolo a terra, Akuma, per difendere il fratello si lancia sull’orso senza paura sguainando la sua spada, mentre Aaron estratto l’arco cerca di prendere la mira nella confusione della lotta ma nota Tristano, che mentre i due fratelli sono alle prese con il suo Misha, egli inizia a suonare la sua arpa la quale produce un suono lieve e dolce ed il monaco Tenshi si addormenta.

Ridotti di numero Aaron ed Akuma si trovano in due ad affrontare il temibile orso mentre la magica melodia di Tristano si è fatta più aggressiva, con note più dure, ed i due avventurieri si sentono sempre più indeboliti ad ogni nota udita.
Lo scontro procede con Misha che colpisce con i suoi artigli molto affilati ed anche il povero Aaron finisce a terra esausto.

Rimasto solo il samurai deve mantenere i nervi saldi ma Tristano non ha esaurito le sue carte suonando una melodia stranissima alle orecchie del guerriero che ben presto smisero totalmente di sentire alcunché.
Solo e assordato Akuma impugna stretta la sua katana, è solo con essa, esausto della lotta e davanti a se l’enorme orso lo carica furioso per il colpo di grazia. Il samurai, raccogliendo fino all’ultimo briciolo di energia rimasta si lancia in un contrattacco finale, è l’ultima possibilità di vittoria, tutto il suo orgoglio in un fendente che colpisce al cuore la bestia, straziandone la carne e uccidendola sul colpo.
Esausto si appoggia alla sua spada mentre Tristano si complimenta, e con un gesto della sua mano riporta in vita il suo orso Misha e ristabilisce le forze e l’udito dell’intero gruppo, svegliano Tenshi ed Aaron.

Tristano è molto colpito e comunica loro che hanno superato la prova e che quindi egli manterrà la promessa rispondendo ad una sola delle molte domande che hanno per lui.

Dopo essersi a lungo confrontati i tre decidono per questa domanda:


“Dove si trova la seconda statuetta con il potere magico di cui parlava Muradin di Agartha?”

Tristano rispose dicendo loro che la statuetta si trova ad ALDEBARAN.

Detto ciò l’uomo pizzicò la sua arpa lievemente ed i tre caddero in un sonno immediato e profondo ed al loro risveglio si ritrovarono attorno ad un focolare, nell’oscurità della foresta di funghi, con tutti i loro compagni intorno che attendevano il loro risveglio.

Raccontata la strana avventura ai compagni Torque è molto colpito e dice di conoscere la leggenda di questo Tristano e che sarebbe un semi-dio, venerato perlopiù da Druidi e Bardi e che hanno avuto una enorme fortuna e privilegio ad entrare in contatto con lui.
Raccontano della domanda che il semi-dio gli concesse e della risposta che diede loro. 

Ora sapevano per certo due cose, le statuette con il grande potenziale magico di cui parlava Muradin sono reali e la mitologica città di ALDEBARAN esiste davvero.

martedì 13 settembre 2016

L'avamposto perduto

Una volta fuori dalla grotta dello stregone, trovatisi sul sentiero per la destinazione finale CROWEN, il gruppo prosegue il suo cammino lungo il passo della montagna, il passaggio per la caverna ha dimezzato notevolmente il tragitto e il paesaggio da ghiacciato e nevoso che era si andava lentamente diradando dalla neve e dalla boscaglia fungina.

Proseguono passo dopo passo in quelle terre selvagge e inospitali fino a giungere in una sorta di radura, dove la vegetazione è sempre più rada e il vento solleva fastidiosa la polvere delle rocce frantumate.
Decidono di accamparsi nascosti da quella poca vegetazione residua prima di percorrere quella lunga distesa desertica.

Una volta svegli riprendono la marcia in quella landa desolata e ventosa, camminano per qualche centinaio di metri quando Tenshi, il monaco, sente in lontananza un rumore di zoccoli che impattano sul terreno a gran velocità e nella direzione del rumore vede alzarsi un grande polverone.

In pochi secondi quella massa, che sembrava in lontananza guerrieri a cavallo, raggiunge i nostri, accerchiandoli e manifestandosi non come semplici cavalieri bensì come uno squadrone di dieci centauri che minacciosi attaccano gli avventori di quelle lande desolate.





Quello che a vista sembra essere il capo dello squadrone, più grande degli altri e armati di due enormi falci, ordina ai suoi soldati di attaccare ed al nostro gruppo non rimane altra scelta di sfoderare le armi e prepararsi all’imminente scontro.

I centauri attaccano con una pioggia di lance sui nostri che prontamente vengono evitate da Tenshi e bloccate dal possente scudo di Torque per poi caricare a gran velocità.
Prontamente Pallnor incocca due frecce e le scaglia contro il capo dello squadrone che purtroppo si infrangono sulla spessa armatura del centauro, padre Torque a questo punto sfodera il suo potere magico riuscendo a controllare la mente del capo ed ordinargli di colpire i propri soldati con tutta la furia di cui è capace.

Nel frattempo i due fratelli Akuma e Tenshi lottano e uccidono le brutali creature che li hanno attaccati con colpi prodigiosi e fendenti letali di spada orientale.
Il grosso centauro capo una volta ripreso il controllo della propria mente nota il samurai che abilmente sta decimando il suo squadrone e si getta su di lui in una carica furiosa.
Lo scontro infuria senza esclusione di colpi, con gli arcieri Pallnor e Aaron che agilmente evitano gli attacchi nemici scagliando frecce di supporto sull intero campo di battaglia, distraendo e ferendo gravemente i nemici mentre Tenshi li colpisce a colpi di bastone ferrato ed arti marziali, quando un grande cono di fuoco colpisce alle spalle uno dei centauri bruciandolo vivo.

E’ lo stregone incontrato precedentemente nella caverna che evidentemente fuggito dalla furia dei centauri, e dall’intrusione dei nostri che cerca vendetta dei torti subiti nelle ultime ore, incendiando tutto quello che si muove davanti a lui.



( Hussam, lo stregone di fuoco )

Approfittando di tale distrazione Tenshi carica e uccide due centauri con una raffica di calci e pugni letali mentre Torque immobilizza mentalmente il capo dell’orda permettendo ad Akuma di trafiggerlo con la sua spada e ad Aaron e Pallnor di finirlo con una raffica di frecce.
.
 Eliminato il problema dei centauri rimane il problema dello stregone in cerca di fiammeggiante vendetta il quale continua a lanciare magie incendiarie su chiunque gli capiti a tiro, tutta quella magia di fuoco sprigionata nell’aria fa vibrare fortemente la katana magica di Akuma la quale sprigiona anch’essa il suo potere del fuoco che incontrollato ed imprevisto ferisce il samurai e Torque vicino.
E’ il momento di intervenire per evitare altri problemi e così Tenshi agilmente blocca corpo a corpo lo stregone di fuoco tentando di farlo ragionare e calmarlo.

Lo stregone furente lentamente si calma e si presenta come Hussam, dice di essere uno stregone di stirpe draconica fuggito dopo l’intrusione del gruppo nella sua grotta dove viveva e si esercitava alla magia del fuoco con i suoi elementali, l’intrusione è stata per lui un durissimo colpo in quanto per lui quelle grotte erano casa e quegli elementali erano suoi compagni da moltissimi anni.
I nostri spiegano che si sono ritrovati per caso in quelle grotte e che non sapevano della natura di quel luogo ed essendo stati attaccati dai guardiani delle pozze laviche hanno dovuto necessariamente combattere a loro volta.
Ma Hussam è molto adirato e chiede loro un indennizzo per il grande danno subito, in quelle grotte vi erano tomi molto antichi, pozioni e preparati.
Dopo un breve consulto di gruppo, i nostri offrono allo sventurato stregone di seguirli in quella missione e di dividere con lui i possibili guadagni ricavati dal viaggio per ammortizzare la sua perdita, a patto però che egli indossi l’anello del prigioniero, rinvenuto al castello degli amanti, il quale consente ad Akuma di sapere sempre le sue emozioni per verificarne la sincerità o la volontà di far loro del male.

Lo stregone accetta, malvolentieri, ma accetta non avendo più una casa e dei compagni decide di seguire i nostri nel loro viaggio verso la pericolosa CROWEN finchè non sarà rientrato del danno subito.
E così, rimessi in forze dalle cure di padre Torque e con un nuovo, inaspettato compagno il loro cammino riprende fino a giungere nei pressi di quello che sembra un rudimentale accampamento con delle baracche fatte di corteccia fungina e un rustico muro di protezione da cui spiccano due torrette di guardia.
Una volta nei pressi della struttura una freccia si pianta di fronte ai piedi del Ranger Pallnor in testa al gruppo il quale istintivamente estrae l’arco.


“FERMI!” “CHI SIETE?”


Una voce giunge dalla torretta di guardia, rivolta ai nostri, avvicinatisi all’insediamento.
Torque prende la parola presentandosi come prete dell’ordine di Pelor, in missione per la santa inquisizione, reduci dallo scontro con uno squadrone di centauri. Chiede asilo.
A queste parole lo spesso portone si apre consentendo ai nostri di entrare in quello che a vista risulta essere un insediamento umano in quelle terre inospitali.

Verso di loro avanza un uomo, si presenta come Rick, capo di quel piccolo insediamento, dice che sono tutti uomini e donne fuggiti dalla città di Crowen, dove vivere è diventato impossibile dato il comando assoluto della flotta di pirati di Jhon Roger, e per questo sono partiti con la speranza di formare una nuova cittadina lontano, ma il loro progetto è messo a dura prova da un grande clan di centauri che si trova in quelle terre i quali effettuano sempre più spesso raid contro il loro insediamento che rimane sempre più povero e a corto di uomini e risorse.
Rick offre loro cibo e alloggio per tutto il tempo necessario ma chiede anche aiuto, se i centauri non verranno sconfitti il loro sogno di costruire una città onesta dalle ceneri della corrotta Crowen finirà e loro ormai sono troppo a corto di uomini e mezzi per poter contrastare il capo del clan dei centauri.
Rick da loro una notte per pensare, una notte dove il gruppo si confronta e si riposa dalle fatiche del viaggio.

L’indomani, dopo essersi confrontati a lungo, i nostri decidono per aiutare Rick e il suo insediamento, sono persone oneste e disperate e per questo decidono di aiutarli nel loro progetto, L’uomo non ha parole per ringraziarli ed offre loro solo la promessa di essere sempre  i benvenuti in quella che sarà presto una nuova cittadina, Rick confida loro inoltre che il capo dei centauri ha sicuramente delle ricchezze nel suo accampamento in quanto quelle bestie sono dedite al saccheggio di molti villaggi nel territorio.
E così, recuperate le forze e fatte delle provviste, i nostri partono alla volta di una nuova avventura.

venerdì 8 luglio 2016

Le grotte di magma

Il cammino dei nostri prosegue e man mano che vanno avanti la temperatura scende e la neve comincia a caratterizzare sempre più il paesaggio fino a quando il sentiero non conduce il gruppo ad un pericoloso strapiombo, impossibile da superare soprattutto con i cavalli e le pesanti armature di Akuma e Torque e difficile per gli altri dato lo spesso strato di ghiaccio che ricopre la roccia.
Sembra non esserci modo di oltrepassare la montagna quando Pallnor, con il suo attento occhio da ranger, scova un sentiero secondario più accessibile e riparato, nascosto dalla neve e dalla vegetazione.

Si decide per intraprendere la seconda via segnando il percorso sulla corteccia dei grandi funghi albero man mano che si procede in modo da ritrovare eventualmente la via principale qualora fosse necessario.
Poche decine di metri più avanti vi trovano l’ingresso di una grotta, la neve ed il vento sono ormai tali da non lasciare altra scelta al gruppo se non quella di avventurarsi all’interno della grotta per non morire assiderati.

La grotta è molto buia ed una volta dentro il gruppo accende subito le torce per valutarne la profondità.
Non vedendo la fine decidono di addentrarsi dentro essa per assicurarsi che possa essere un riparo sicuro e man mano che proseguono la grotta si rivela molto più grande delle loro stime iniziali.
Non sembra una semplice grotta ma un vero e proprio passaggio con bivi e sentieri secondari.
Il gruppo prosegue per quelle vie oscure addentrandosi sempre più fino a quando la temperatura inizia ad essere molto più calda, un caldo inaspettato, e l’aria sempre più pesante.
Giungono stupiti ai piedi di una pozza di magma naturale, ribollente, nella quale Tenshi, non pensandoci due volte decide di distruggere l’anello maledetto che era costato un dito al fratello.
Esso si distrusse senza troppe scene di esplosioni spettacolari o vagiti demoniaci come quasi tutti si aspettavano, e finì disciolto nel grande magma.

Decidono di proseguire, convinti che quella grotta nasconda molto più di una semplice ( si fa per dire ) pozza di magma ribollente.
Il mistero si fa più fitto quando, durante il loro cammino in quel dedalo di gallerie, trovano un grande portone di pietra con una strana incisione sopra. 





Decisi a risolvere l’enigma per venire a capo della natura di quella grotta si dirigono verso altri cunicoli intorno il grande portone di pietra, in modo da cercare indizi per risolvere quella bizzarra combinazione di numeri posta ad enigmatica serratura.
vagando per quegli oscuri pertugi si imbatterono presto in una nuova pozza di magma, ma questa volta non furono soli.
Dal magma ribollente infatti mentre i nostri avventori si avvicinarono, si levarono incandescenti tre esseri fatti interamente da fiamme vive, tre elementali di fuoco che alla vista degli intrusi attaccarono.



Uno dei tre elementali era più grande ed esso attaccò per primo seguito dagli altri due.
Subito Aaron imbracciato l’arco scaglia veloce sul più grosso dei tre mentre Akuma carica sugli altri seguito a braccio dal fratello Tenshi i quali iniziano uno scontro “flambè” con i nemici.
Akuma ne uccide subito uno mentre l’altro ferito dai colpi del monaco viene raggiunto a morte da una freccia del ranger.
Il samurai viene però raggiunto dai colpi dell’elementale più grande e così padre Torque corre in soccorso del compagno ferito gettandosi anch’egli nella mischia.
Tocca ad Aaron risolvere la situazione che, prendendo bene la mira, uccide il nemico con una freccia implacabile che colpisce esattamente al centro della testa infuocata dell’elementale il quale si disperde in tante fiammelle nel magma.

Ristabilizzati dalle ferite il gruppo prosegue per le oscure vie e cunicoli di quella misteriosa grotta sempre cercando indizi per l’enigma dietro la porta, ma fin ora la fortuna non è stata loro alleata.
Giunsero ad una nuova pozza di magma, molto più grande della precedente dove questa volta non vi erano degli elementali guardiani bensì la tana di una gigantesca idra di fuoco a sei teste che, svegliata dai nostri eroi, uscì furiosa dalla sua infuocata tana e feroce attaccò con tutta la sua ira sputando fiamme da tutte le sue teste.




Quella fiammata generale e inaspettata causò molti danni sull’intero gruppo che decise di sparpagliarsi e colpire dalla distanza con gli archi dato che la carica fisica era resa impossibile in quanto la bestia si trovava esattamente al centro della pozza lavica e quindi inarrivabile da attacchi fisici.

Iniziò così uno scontro dalla distanza con Aaron e Pallnor e Akuma che imbracciato l’arco tutti e tre cominciarono a scagliare frecce mirando alle numerose teste dell’idra, la quale rispondeva sputando fiamme con una furia implacabile.
Ma la pioggia di frecce non si arresta nemmeno quando Akuma viene sopraffatto dalla fiamme cadendo a terra esausto, e così Pallnor alla vista del compagno ferito affina ancor di più la sua mira letale scagliando una raffica di frecce che colpiscono ed uccidono il terribile mostro.
E’ il momento di Torque che ricorrendo alla sua magia bianca di Pelor cura le bruciature dei compagni rimettendoli in forze.

Improvvisamente Tenshi viene colto da un’intuizione circa l’enigma impresso sulla grande porta di pietra trovata precedentemente e certo di sapere come risolverlo si dirige velocemente insieme ai compagni sul sentiero che conduce ad essa.
Giunto sul posto il monaco trova una pietra e grattandola sulla parete riesce a scrivere la combinazione corretta, inserendo ogni numero nel corretto cerchio, ed una volta terminato un meccanismo scattò e la grande porta di pietra si aprì.

L’ingresso conduce ad una grande stanza, a prima vista sembra un laboratorio alchemico o di un mago, molti tomi e pozioni si trovano sparse sul grande tavolo e la libreria, vi sono anche provviste e ampolle ribollenti di strani fluidi.
Cercando trovano delle ampolle di fuoco alchemico che Pallnor non esita a riporre nel suo zaino, al fine di creare in futuro delle nuove frecce esplosive,  quando improvvisamente una voce profonda ed agghiacciante rompe il silenzio.

“CHI SIETE, LADRI!!” “VENITE AVANTI!”

Subito il gruppo si dirige verso il fondo della stanza per capire da chi o cosa provenisse quella voce e, oltrepassato lo studio, si trovarono nuovamente in una grotta in cui vi erano tre grandi pozze di magma e tre grandi elementali di fuoco ad attenderli, ma le sorprese non finirono li infatti dietro le pozze e gli elementali vi erano cinque figure, tutte uguali, di quello che all’apparenza sembra loro essere uno stregone di fuoco. 






Lo stregone si celava dietro le sue magiche copie rendendo impossibile determinare quale o quali fossero l’originale. 
Ma il tempo per rendersi conto della situazione è breve e lo stregone ( e le relative copie ) illuminandosi di un fuoco vivo incanalano energia scagliando una lancia di fuoco dritta sul monaco il quale agilmente riesce ad evitarla.

Nel frattempo Akuma e Torque ingaggiano il combattimento con gli elementali e vengono raggiunti da Tenshi scampato all’attacco dello stregone. 
Immancabili le frecce di supporto nelle retrovie di Pallnor ed Aaron il quale uccide l’elementale impegnato con Tenshi dando modo al monaco di correre in aiuto di Torque, anch’egli impegnato in battaglia. 
Akuma nel frattempo combatte con il terzo elementale quando viene colpito da una seconda lancia di fuoco scagliata dallo stregone, ma il samurai non demorde e nel fumo della battaglia riesce a sconfiggere l’elementale con il quale si trovava in combattimento per poi dirigere la sua spada verso lo stregone di fuoco il quale aiutato anche dalla confusione causata dalle sue copie versa dell’olio ai piedi del samurai e una scintilla generata dalle sue mani incendia l’olio che divampa su Akuma ustionandolo.
Nel frattempo Tenshi cade a terra colpito duramente dall’ultimo degli elementali che successivamente si dirige verso Aaron dando modo a Torque di correre dal monaco per curarne le ferite dando modo a quest’ultimo di rialzarsi e intercettare l’elementale ed ucciderlo con rabbia prima che colpisca i compagni arcieri.

Pallnor ed Aaron decidono così di rivolgere le loro frecce sullo stregone di fuoco e le sue copie, freccia dopo freccia le varie copie svaniscono in lievi fiammelle e si delinea quale fra i cinque sia l’originale.
Rimasti in tre la certezza la da Torque che grazie alla sua magia fa svanire le ultime due copie lasciando lo stregone solo contro l’intero gruppo.

Messo alle strette lo stregone lancia un’ incantesimo stordente su Tenshi e Torque e successivamente tenta la fuga da una piccola uscita posta alle sue spalle, ma il monaco ripresosi dallo stordimento si lancia all’inseguimento e braccato lo stregone tenta di bloccarlo ma quest’ultimo ha ancora un asso nella manica e lancia un raggio indebolente sul monaco costringendolo a fermare la sua avanzata. 
Nel frattempo Pallnor e Torque sono accordi da Akuma, il quale ha riportato serie ferite a causa del fuoco, e con l’ausilio di magia bianca e pozioni curative si apprestano a rimetterlo in forze. 



Lo stregone approfittando della situazione fugge imboccando un tunnel in fondo alla caverna, una volta riprese le forze lo stesso tunnel venne intrapreso anche dai nostri eroi i quali, percorrendolo si trovarono all’esterno, dall’altra parte del passo della montagna, sulla strada per proseguire il loro viaggio verso CROWEN.