Recuperata la magica statuina i nostri si diressero
velocemente fuori dal sotterraneo della piratessa Shae, avvicinandosi
all’uscita un frastuono sempre più forte colpì la loro attenzione.
Una volta fuori dal palazzo videro quello che sembrava un
tumulto in atto per le strade di CROWEN.
A quanto capirono dalle urla e dalla guerriglia civile che
imperversava nelle strade, la traditrice Shae Violet era riuscita a scappare
dalla prigionia, liberata da qualche suo fedelissimo, ed ora stava tentando un
disperato colpo di stato per spodestare in solitaria il re dei pirati, Jhon
Roger, il quale aveva sguinzagliato il suo esercito per la città, uccidendo
ogni sostenitore della piratessa.
Aaron ed i suoi compagni non erano certo meno in pericolo,
le mire di Shae sicuramente coinvolgevano anche lui ed il suo gruppo in quanto
apertamente schierati dalla parte dello sparviero.
Decisero che era ora di abbandonare CROWEN e di farlo piuttosto in fretta.
Diretti verso l’uscita della città però notarono che le
grandi porte che conducevano fuori le mura erano state barricate e date alle
fiamme dagli uomini dello sparviero per evitare la fuga dei pirati traditori.
Con la città in piena guerra civile, e ricercati dagli uomini di Shae Violet,
l’unica via di fuga per i nostri eroi, sembra essere il mare.
Si diressero così in fretta verso il grande porto cittadino,
dove decine di navi sostavano ormeggiate pronte alla battaglia ed al
saccheggio, giunti al molo i nostri intravidero quella che poteva fare al caso
loro per fuggire, un’imbarcazione del defunto pirata David Bright, come si
evinceva dalle bandiere, l’imbarcazione non era molto grande e sembrava in
buone condizioni, faceva al caso loro.
Saliti sulla passerella i nostri vengono avvicinati da un
piccolo manipoli di pirati ancora fedeli al defunto capitano che li intimano di scendere dalla loro nave oppure
li avrebbero uccisi uno per uno.
Il tempo era tiranno ed i nostri eroi non potevano
permettersi di perdere tempo con una ciurma di reietti e così, estratte le
armi, si liberarono in poco tempo di quegli uomini che intralciavano la loro
fuga.
Akuma rapidamente caricò sul nemico trafiggendo il pirata
che li aveva minacciati, uccidendolo sul colpo. Pallnor nel frattempo ne colpì
un altro al collo con due frecce letali mentre Hussam, notando uno di loro che
si stava avvicinando armato di spada, lo incendiò con un dardo infuocato.
Tanto bastò agli uomini di David Bright per fuggire
rapidamente e lasciare così la nave ai nostri che si attivarono subito, ognuno
mettendo in campo le proprie conoscenze, per salpare quanto prima via da quell’inferno,
direzione KALDOR.
Salparono, a vele spiegate si allontanarono dal porto della
città, costeggiando la riva sul lato
sinistro quel tanto che bastava da riuscire ancora a notare le fiaccole ed i
fuochi in modo da mantenere sempre un occhio sulla rotta e sulla terraferma per
evitare naufragi, e per qualche giorno il fato fu loro alleato garantendo una
navigazione tranquilla, senza incontri pericolosi in cui i nostri si riposarono
e nutrirono con il pescato, finchè un giorno ( o una notte chissà ) in
lontananza non videro sopraggiungere su di loro quello che sembrava l’inizio di
un grande temporale.
Fulmini e saette squarciavano l’oscuro cielo sopra di loro
ed un grande vento si alzo’ tanto da iniziare a far oscillare l’imbarcazione in
modo allarmante.
I nostri prontamente decisero di dirigersi in tutta fretta
verso la costa, ma la nave anche a causa della forte corrente si era
allontanata più del previsto.
Avvicinandosi improvvisamente l’imbarcazione si arresto’ di
colpo, come se avesse toccato sul fondale tanto da arenarsi ma cio’ non era
possibile, erano ancora piuttosto distanti dalla riva.
I loro timori erano fondati in quanto scoprirono ben presto
cosa avesse bloccato la loro imbarcazione, dei lunghi e spessi tentacoli si
levarono dalle onde per avvilupparsi sull’albero maestro e sulle pareti di
legno le quali iniziarono a scricchiolare in modo poco rassicurante.
Non erano le rocce sul fondo, ma un calamaro gigante che li
aveva immobilizzati e si preparava per fare un lauto pasto.
Subito i nostri si attivarono per tentare di rimuovere più
in fretta possibile la creatura che stava indebolendo la loro imbarcazione,
unica cosa che li separava da un annegamento certo nelle gelide ed oscure acque
sotto di loro.
Tenshi inizio’ a colpire la bestia con una possente raffica
di colpi ma venne pero’ avviluppato da un tentacolo del mostro che nel
frattempo aveva tirato fuori dall’acqua la grande bocca, e avvicinata quest’ultima
al ponte della nave, trascinava verso di se il monaco il quale sembrava
destinato a finire pasto dell’enorme calamaro.
Alla vista del compagno in difficoltà l’intero gruppo
rivolse i propri attacchi sulla testa emersa della grande bestia, Pallnor
scagliava rapidamente le sue frecce mentre Tenshi era sempre più vicino alla
bocca del mostro non riuscendo a divincolarsi dalla presa di quest’ultimo.
Quando sembrava che ormai non ci fosse più nulla da fare
Akuma con un raggio rovente generato furioso dalla sua spada magica riuscì a
tagliare il tentacolo della bestia e liberare il fratello per poi scagliarsi
sul nemico mirando alla bocca che invece di ricevere la cena ricevette solo
fendenti letali che uccisero trafitto il mostro che lascio’ la presa sulla nave
per affondare nelle profonde acque nere.
Liberi dalla presa del mostro pero’ i nostri si ritrovarono
nel bel mezzo di una gigantesca e terribile tempesta che faceva oscillare
vertiginosamente la nave, fino a qualche secondo prima tenuta ferma dai
tentacoli del calamaro gigante, ora oscillava e imbarcava acqua ad una velocità
allarmante.
La pioggia incessante ed i fulmini spezzarono a metà l’albero
maestro che cadendo danneggio’ il resto dell’imbarcazione, le altissime onde
fecero il resto ed in poco tempo e nonostante gli inutili sforzi di tutto il
gruppo la loro nave si spezzo’ a metà ed una fredda oscurità li avvolse uno per
uno.
To be continued…
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