sabato 11 giugno 2016

La fame del guerriero

Tornati indietro al villaggio dopo aver sconfitto la terribile negromante il gruppo si reca in taverna stanco ed affamato.
Di Mertul ancora nessuna traccia e l’oste afferma di non averlo visto tornare, decidono tuttavia di cercarlo più tardi, ora devono riposare dalla grande fatica.
L’oste fa accomodare gli stanchi avventurieri, tranne Pallnor, il quale avendo contratto una strana febbre e vedendolo visibilmente provato dalla malattia e per paura di un eventuale contagio lo fa gentilemnte accomodare nelle stalle.

Torque decide di rimanere con lui finchè non avrà capito di che malattia si tratti e come sconfiggerla, gli altri invece entrano ed ordinano abbondante cibo e bevande e si concedono una grande abbuffata, tutti tranne Akuma, il quale da quando ha indossato quell anello trovato nel baule di Ferlina, non avverte minimamente lo stimolo della fame e della sete.

Nella stalla Torque indaga sulla malattia contratta da Pallnor a seguito del morso dell’enorme pipistrello che li ha attaccati nelle grotte poco prima e dopo aver analizzato bene i sintomi deduce che il ranger sia stato colpito dalla febbre del ghoul, una terribile malattia che lo avrebbe portato dopo giorni di febbre e delirio a morire per poi tornare a vagare sulla terra come non molto affamato di carne umana.
Ma il chierico grazie alla potenza guaritrice della sua magia bianca aiutata anche dall’anello di Pelor ricevuto dall’alto prelato della città santa, libera il corpo del suo compagno dal terribile male che lo ha colpito.

Decidono di fermarsi in paese diversi giorni nella speranza che il loro compagno Mertul si facesse vivo, e aspettando inoltre che Pallnor si fosse ripreso completamente dalla febbre del ghoul.
In questi giorni trascorsi Akuma non ha mai avvertito minimamente il bisogno di nutrirsi e ciononostante si sente in gran forma.

Si informano dal sindaco circa il sentiero da prendere per giungere al passo della montagna, meta necessaria per proseguire il loro viaggio verso CROWEN e l’uomo indicando la via mette in guardia gli avventurieri sulla pericolosità del sentiero davanti a loro affermando che chiunque si sia incamminato non ha più fatto ritorno e quei pochi che hanno avuto questa fortuna affermano di aver rinvenuto corpi di uomini uccisi da possenti armi con il cranio e le ossa fracassate.
Non sapendo di più ma essendo già piuttosto consapevoli dei pericoli delle terre selvagge il gruppo decide di fare un giro di ispezione del sentiero.

Una volta incamminati Akuma inizia a percepire in lui un sentore di fame crescente, decide così dopo circa sette giorni di digiuno, di mangiare una razione di cibo che il gruppo sempre porta con se quando intraprende un viaggio.
Pensò che l’effetto magico dell’anello del sostentamento stesse finendo.

Man mano che si proseguiva con il cammino il samurai avvertiva sempre più frequentemente e sempre in lassi di tempo minori una fame incessante, quasi ossessiva.
Torque analizzando nuovamente l’anello non modifica la sua convinzione che si tratti di un anello del sostentamento, evidentemente deve essere intriso di un qualche maleficio e così tenta con l’ausilio della sua magia bianca di rimuoverlo ma l’anello non accenna a spostarsi dal dito dello sventurato samurai.
Nel frattempo la fame cresce e le razioni che il gruppo aveva preparato si riducono velocemente.

Pallnor capta dei rumori provenire dalla strada poco più avanti, ed Aaron nascondendosi fuori dal sentiero principale, decide di andare a vedere di cosa si tratta.
Poche decine di metri più avanti scorge una piccola radura e chi aveva procurato il rumore percepito dal ranger, vi sono infatti delle creature di fattezze antropomorfe ma molto più grandi e robuste, armate di grossi randelli la cui pelle verde è cosparsa di pustole ed emana un fetore rivoltante che parlottano fra loro in una lingua fatta di incomprensibili versi gutturali.




Allarmato corre verso i suoi compagni avvisandoli del pericolo che si cela pochi metri più avanti e così insieme decidono per una strategia di attacco a sorpresa.
Tenshi ed Akuma in carica frontale supportati alle spalle dal chierico Torque e nelle retrovie dai due arcieri Pallnor ed Aaron.
L’attacco riesce al meglio con Tenshi che carica acrobaticamente il nemico ed il fratello supporta la carica a colpi di katana mentre il supporto degli arcieri libera il campo da due mostri uccidendoli con frecce precise.
Gli ogre non si aspettavano l’attacco e fra loro borbottano qualcosa nel loro gutturale linguaggio per poi colpire il monaco con il loro massiccio randello.
Ma gli arcieri sono inesorabili e uccidono dalla fitta vegetazione fungina senza pietà più nemici che possono lasciando l’ultimo ogre al giudizio della katana magica di Akuma il quale decapita il nemico.

Finito lo scontro la fame del samurai tornò a tormentarlo ma essendo finite ormai le razioni Pallnor con la sua lupa decide di andare a cacciare in quei fitti boschi.
Incamminato nella vegetazione il ranger presta molta attenzione ai rumori che lo circondano cercando di captare qualche preda ma ciò in cui si imbatte è molto più pericoloso.
In una radura vicina infatti percepisce lo stesso vociare sconclusionato degli ogre uccidi in precedenza e dei passi pesanti nella sua direzione.
Evidentemente il rumore dello  scontro aveva destato l’attenzione di un’altra pattugli di quei mostri ed ora avanzano minacciosi su di loro.
Il ranger corre veloce verso i suoi compagni gridando il pericolo ormai prossimo e tempo di riprendere in mano le armi che gli ogre, circa unadecina, sono su di loro fuoriuscendo dalla vegetazione accerchiandoli.
Dalle retrovie una voce, anch’essa gutturale e profonda, ma comprensibile si leva minacciosa.
“UCCIDETELI!”
Ed una figura si manifestò furiosa agli occhi dei nostri avventurieri.

 



Subito Akuma e Tenshi riconobbero il mostro davanti a loro come un Oni, un demone della loro terra che si manifesta sul mondo con l’aspetto di un ogre, del quale ne comanda un orda.
E’ un nemico temibile di cui avevano sentito storie e leggende nel loro villaggio natale e non possono permettersi un passo falso nello scontro in quanto sarebbe letale.

Il demone si dimostra subito temibile effettuando un balzo acrobatico e posizionatosi davanti l’intero gruppo, ancora scosso per il terribile incontro, lancia su di loro un raggio magico dal potere congelante,
Il samurai e suo fratello schivando l’attacco gelante attaccano furiosamente il demone ingaggiando uno scontro all’orientale senza esclusione di colpi.
Nel frattempo gli arcieri ed il chierico si occupano del piccolo esercito di ogre che li ha accerchiati.
Lo scontro fra l’oni ed il samurai prosegue fra colpi di katana, i due si colpiscono duramente mentre Tenshi supporta il fratello combattendo senza risparmiarsi quando viene raggiunto da due ogre servitori che lo tramortiscono con il loro pesante randello.
La situazione non è migliore per Pallnor ed Aaron i quali scagliano freneticamente le loro frecce sui nemici che minacciosi avanzano mentre Torque alla vista del monaco a terra ferito si lancia sul compagno senza indugi al fine di stabilizzarlo con la sua magia bianca.
Un gesto molto coraggioso da parte sua che però lo distrae dalla lotta e permette ad un ogre di colpirlo duramente sulla testa facendolo svenire.
Anche Akuma non riesce più a reggere lo scontro con il demone della sua terra e colpo dopo colpo il guerriero cade a terra esausto e pronto ormai per ricevere il colpo di grazia.
Il terribile oni sta per infliggere il fendente letale quando viene raggiunto da una raffica di colpi acrobatici scagliati a gran velocità da Tenshi, appena ristabilito dalle cure del chierico, che si infrangono duramente sul demone uccidendolo sul colpo, salvando la vita ai suoi compagni.
I servitori ogre, alla vista della sconfitta del loro padrone, fuggono sparsi nell’oscurità della vegetazione.


I nostri, sopravvissuti per miracolo al terribile agguato, devono concedersi del tempo e molte pozioni per guarire dalle ferite, ma durante il recupero delle energie Akuma nota con grande apprensione che la fame sta tornando a tormentarlo, una fame che solo grazie al suo spirito disciplinato riesce a contenere.
Pallnor si mette subito a caccia di qualche animale selvatico per sfamare il compagno mentre il resto del gruppo esplora quelle radure limitrofe trovando soltanto i resti di quello che era l’accampamento degli ogre, ma purtroppo nulla di commestibile, solo stracci logori e pile di sterco.

Poco tempo dopo il ranger e la lupa sono di ritorno dalla battuta di caccia con un bottino di due conigli, alla vista del cibo il samurai si lancia con una foga disumana sul pasto divorandolo, crudo e senza togliere il pelo, nel giro di pochi minuti.
La situazione si rivela molto più seria del previsto quando, a neanche un’ora di distanza, la fame torna a logorare la mente ed il corpo del guerriero il quale, non sapendo fino a dove quel maleficio potesse spingerlo, si fa legare dal fratello mentre il ranger torna ancora una volta nella vegetazione per procacciare qualcosa per nutrire il compagno.




( Pallnor a caccia nella vegetazione )


Il samurai, legato, avverte una fame mai provata prima, quasi delirante ma riesce a contenersi ed a portare dignitosamente quel fardello mentre la sua mente vaga per oscuri pensieri.
Come quello che provò alla vista del cerbiatto portatogli poco dopo da Pallnor, che prontamente lo aveva ucciso e scuoiato prima di portarlo al gruppo.
Ma Akuma, in cuor suo, rimase deluso dalla preda morta, in quanto ebbe la voglia di poterla uccidere con le sue mani al fine di nutrirsene mentre ella moriva sotto i suoi morsi.
Quei pensieri non umani fecero seriamente preoccupare il samurai il quale decise di rimanere legato per scongiurare gesti irreparabili.
Decidono di tornare indietro, verso il paese di montagna lasciato in precedenza, per fare luce sulla questione e trovarne un rimedio, e così si incamminano fino a giungere nuovamente all’osteria dove viene ordinata una grande quantità di cibo.
Akuma divora il cibo con una foga disumana, durante il tragitto di ritorno la fame incessante gli aveva causato stanchezza e delirio, tanto che giunto in osteria a malapena si reggeva in piedi.

Una notte, nella stanza dove dormivano, Pallnor si destò prima degli altri e ciò che vide lo fece sobbalzare,
Akuma era li, seduto sul proprio letto, che guardava fisso i compagni dormienti, con lo sguardo perso nel vuoto, non sembrava nemmeno il suo solito sguardo all’apparenza, come ipnotizzato o come un predatore prima di scagliarsi sulla sua preda.

Il ranger svegliò subito tutti i compagni ed Akuma ebbe un sobbalzo, come svegliatosi da un ipnosi, la situazione è critica, quello che doveva essere un anello del sostentamento, stava progressivamente trasformando il loro compagno in qualcosa che presto o tardi si sarebbe cibato delle loro carni.
Andava trovata una soluzione rapida ed efficace.
Dal momento che conla magia Torque non riuscì mai a sfilare dal dito del samurai quel maledetto anello si decise a maggioranza per la soluzione più drastica.
Il dito dove l’anello agiva e risiedeva, andava amputato.
E così il chierico, eseguendo il lavoro in modo da procurare meno dolore possibile al compagno rimosse dalla mano il dito che cadde a terra con l’anello ancora saldamente su di esso.
Tenshi lo avvolse in un panno e lo nascose al fine di sbarazzarsene in un luogo sicuro.

Rimasero qualche giorno nel paese, aspettando che le ferite e la mente del samurai tornassero alla loro normalità e nella speranza che Mertul si manifestasse, ma egli non si vide ed il loro viaggio riprese.
Montarono a cavallo e proseguirono verso il valico della montagna.



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