giovedì 5 maggio 2016

Shambala, città di luce


Dopo giorni di cammino nelle pericolose foreste fungine delle terre selvagge, i nostri eroi notano in lontananza uno strano chiarore, che spicca nell’eterna notte che sono abituati a vedere.

Un enorme palazzo si erge maestoso davanti ai loro occhi, di una magnificenza che non avevano mai visto, altissimo e brillante di una luce divina con un sole magico sull’estremità più alta che squarcia le tenebre e mostra un cielo azzurro, Mertul e Pallnor rimangono senza parole, per che erano vissuti da sempre nel buio del continente lo spettacolo è immenso.

Anche Akuma e Tenshi rimangono molto colpiti, nel loro continente la maledizione dell’oscurità non c’è ma sono moltissimi mesi ormai che non vedevano la luce, seppur magica, rischiarire il cielo.
Torque annuncia ciò che tutti avevano già intuito, sono giunti a SHAMBALA la città sacra dei templi.
                        

( disegno originale di un master ispirato )



La città di luce manifesta tutta la sua opulenza man mano che gli eroi si avvicinano ad essa e si crogiolano nella sua luce.
Alle porte un grande cancello d’oro li separa della città e grandi torri di adamantio sorreggono la struttura che si sviluppa in quattro piani in altezza per terminare con un grande sole magico che illumina tutta la struttura.
Entrando notano un gran via vai di chierici, Mertul il druido, decide di non entrare in quanto teme che la sua aura magica venga percepita da tutti quei chierici e messo sul rogo per essere un praticante di magia eretica.
Decide cosi di recarsi nuovamente nella grande foresta per cercare indizi ed attendere il ritorno dei compagni dalla loro visita nella città in compagni di Roma, la lupa del ranger.

Torque accompagna i suoi compagni facendo strada nella grande scala di marmo lucente che conduce ai piani superiori, dove il chierico, dovrà ricevere la sua investitura ufficiale a prete dell’ordine.
Al primo piano vi sono molte taverne, che ospitano la numerosa popolazione di avventori che si recano a SHAMBALA per i più disparati motivi, sui tetti di queste taverne vi sono i segni zodiacali, una costellazione per ogi taverna.
Al secondo piano vi è la famosa biblioteca di cui spesso hanno sentito parlare durante il loro viaggio, la più grande biblioteca del continente, con un enorme libro inciso sulla soglia.
Al terzo piano vi sono diversi templi, di altrettante diverse culture e religioni, ma anche luoghi di scienza e cultura.
All’ultimo piano vi è invece la grande chiesa di Pelor e san Chutberth.

Un luogo molto imponente costituito da grandi colonnati in marmo bianco e statue di sommi sacerdoti del passato, tre grandi navate centrali e due laterali per i fedeli di minor ceto sociale, al centro della navata centrale vi è un  immenso altare con quattro colonnine finimente lavorate a spirale di oro e argento sulle quali è posto un grande sole in oro massiccio sormontato da un martello in marmo bianco dai cui due bordi pendono due catene alle quali sono appesi due piatti in mitrill.
Torque si inchina a pregare il suo Dio mentre i suoi compagni decidono di fare un giro per esplorare la città.
Akuma e Tenshi si dirigono verso la biblioteca mentre Pallnor si dirige verso il piano con i templi.

Torque si addentra nella grande chiesa per informazioni sulla sua iniziazione a prete, il motivo per cui aveva, insieme ai suoi compagni, intrapreso questo viaggio.
Viene condotto da due chierici presso una grande sala in cui una strana figura è li ad aspettarlo.



( Muradin Bronzebeard )


Si presenta come Muradin Bronzebeard, alto prelato dell’ordine di Pelor, ultimo sopravvissuto di una secolare stirpe di nani, saldo baluardo della luce in un mondo dominato dall’oscurità.
Torque rimane senza parole di fronte all’importanza di colui che ha di fronte ma il nano gli va incontro e lo invita ad entrare per scambiare due parole con lui.
Il chierico racconta delle avventure vissute con il suo gruppo fino a quel momento e di come siano riusciti a reperire una copia dell’incantesimo che sembrerebbe ripristinare la luce sul mondo ma è un incantesimo che richiede un’enorme quantità di magia.
Muradin è molto colpito dalle parole del giovane chierico e confida lui un segreto.
Sembra infatti che vi sia una possibilità seppur remota e incognita.

Leggenda vuole che secoli fa vennero create due statuine una con le fattezze maschili ed una con fattezze femminili, queste due statuette insieme sprigionerebbero un immenso potere magico, ma la realtà ad oggi si confonde con la leggenda e nessuno sa se esistano davvero e nel caso dove si trovino.
Muradin consiglia a Torque di recarsi nella grande biblioteca per cercare delle informazioni utili su questi artefatti e gli consegna una pergamena sigillata che da al chierico libero accesso a tutti i reparti della biblioteca compresi quelli interdetti ai visitatori comuni.

Muradin accompagna Torque al grande altare dove con un rito ufficiale investe a prete dell’ordine di Pelor il giovane chierico al quale consegna il vangelo di S. Cuthberth ed un anello d’oro, simbolo della luce divina che non lo abbandonerà più, infilandosi l’anello Torque avverte la magic bianca scorrere forte in lui.
Salutato il neo prete il nano torna alle sue faccende mentre Torque decide così di raggiungere i suoi compagni per dare inizio alle indagini.

Nei pressi della biblioteca nota Akuma e Tenshi che passeggiavano così racconta loro del suo incontro con Muradin e delle ricerche da effettuare.
I due fratelli sono molto curiosi di scoprire qualcosa e si offrono di aiutare Torque ed entrano in quella che a vista sembra proprio essere la più grande biblioteca del continente, kilometri di scaffali con tomi, pergamene e manoscritti di ogni tipo si dipanano davanti a loro.
Trattati di guerra, filosofia, strategia e religione, vi è davvero una conoscenza universale in quei lunghissimi corridoi.
I tre cominciano le ricerche ma è come cercare un ago in un pagliaio e così vedendoli impegnati in una seria ricerca si fa avanti un uomo anziano, un chierico bibliotecario che si presenta a Torque come fratello Malachia.
Egli è il bibliotecario più anziano e seppur nessun uomo sia mai riuscito a leggere tutti quei libri, egli è sicuramente colui che sa muoversi meglio in quel dedalo di corridoi polverosi.

Il chierico afferma che stanno cercando informazioni circa la grande maledizione che ha oscurato eternamente il sole  e della storia della magia nel continente.
Iniziano così a sfogliare e risfogliare tomi su tomi, antichissimi e dopo diverse ore di ricerche trovano una piccola pergamena fra le pagine di un grande libro impolverato.

La pergamena riporta il seguente messaggio:

Dall’unione dei due eterni mezzi, si ottiene l’essenza stessa della magia.
Questo potere, pari quasi a quello di un Dio, non è fatto per l’ambizione.

e sotto di esso due figure una maschile ed una femminile.

Capiscono di essere sulla strada giusta.

Nel frattempo nel tempio delle scienze naturali, il ranger Pallnor sta passeggiando placidamente, quando viene notato da un silenzioso figuro che si avvicina a lui chiedendo informazioni sulla città.
E’ un uomo giovane e dall’aspetto atletico, ma ha vesti logore di chi ha viaggiato a lungo.



(Aaron)
http://campagnapathfinder.blogspot.it/p/i-personaggi.html



Pallnor dice di non sapere molto sulla città in quanto giunto da poche ore ed iniziano a parlare.
L’uomo si presenta come Aaron, o almeno crede di chiamarsi così, afferma di essere stato ritrovato mesi prima su una spiaggia senza memoria del suo passato e di chi fosse, l’unico indizio che ha è un piccolo biglietto all’interno di un altrettanto piccolo scrigno che riportava scritte solo due iniziali  D. e B. e di fianco un simbolo disegnato che ricorda una zampetta di uccello.
Da allora vaga nel continente alla ricerca del suo passato e del nome celato dietro a quelle iniziali.
Contemporaneamente nella biblioteca Torque rinviene un nuovo indizio fra le pagine scovando una pergamena alla vista molto consumata...




Purtroppo la parte finale risulta bruciata ed è quindi impossibile finire la lettura e capire di più su quelle misteriose parole.
Ma sentono di essere sempre più vicini a scoprire qualcosa che va oltre ogni loro aspettativa. La vicenda si fa sempre più misteriosa quando Akuma, in possesso dell’anello dorato che rivela le sensazioni di Pallnor in quanto indossa l’anello di ferro (Anelli rinvenuti nel castello degli amanti) avverte che il ranger ha incontrato qualcuno con cui sta parlando in modo piuttosto interessato, percependo in lui sensazioni di titubanza e curiosità.
Temendo che possa trovarsi nei guai i tre si dirigono verso il tempio delle scienze naturali lasciando fratello Malachia a cercare tomi utili per quando torneranno in biblioteca.

Giunti sul posto trovano il ranger e quell’estraneo personaggio che parlano, Pallnor presenta allo sconosciuto il resto del suo gruppo ed Aaron racconta loro la sua storia.
A giudicare dalle sue vesti secondo Torque potrebbe venire dalla lontana Crowen, città di pirati, luogo piuttosto inospitale e da cui è bene stare alla larga.
Ma Aaron non ha memoria di se e chiede ai nostri eroi di unirsi a loro almeno finchè non avrà trovato qualche indizio che possa aiutarlo, si offre di collaborare al meglio delle sue possibilità all’interno della compagnia.

Il gruppo accetta a patto che indossi l’anello di ferro attualmente indossato da pallnor, in modo che Akuma possa in ogni momento capire le sue intenzioni per valutare o meno la sincerità delle sue parole e percepirne sempre la presenza in modo da non essere mai perso di vista anche quando non è nel campo visivo.

Aaron accetta di buon grado, è molto entusiasta di essere stato accettato in un gruppo di avventurieri i quali spiegano, in modo abbastanza vago, il motivo della loro visita in città.

Torque si reca nuovamente al cospetto di Muradin Bronzebeard in quanto ha molte domande per lui circa la pergamena che parlava di ALDEBARAN, la città tra le nuvole, luogo a metà fra un sogno ed una leggenda.

Il nano è molto colpito dalle approfondite ricerche del neo-prete e gli consiglia di tornare in biblioteca al fine di trovare informazioni circa un antico poema bardico che tratta appunto di una città misteriosa.

Giunti sul posto le ricerche riprendono senza sosta questa volta aiutati anche da Pallnor ed Aaron nonché dall’infaticabile Malachia, e dopo molte ore quello che trovano sembra proprio quello che stavano cercando.



Il poema bardico di cui parlava Muradin era ora nelle loro mani, Pallnor ricorda di averne sentito parlare in giovane età, in quanto nato a Kaldor come il protagonista del poema, ma era una canzonetta a cui non aveva mai dato grande importanza, ma con le attuali scoperte, il poema sembra parlare proprio di ALDEBARAN e forse la via per accedervi è proprio sulla strada per KALDOR la capitale del continente.

Dando un ultimo sguardo nella biblioteca le sorprese non accennano a finire, Akuma rinviene il libro più importante di un celebre armaiolo, dove carpisce alcuni segreti per migliorare il proprio armamentario mentre Aaron trova uno scritto di un certo David Bright.
D.B. proprio come le iniziali su quel biglietto, i suoi occhi si infiammano di curiosità mentre legge velocemente lo scritto.
Questo David Bright sembra essere un noto pirata, soprannominato lo sparviero, e fa parte della ciurma di Jhon Roger, il cui simbolo è un Kraken, attuale re dei pirati e signore della città di CROWEN, la città più malfamata dell’intero continente, solo pirati e meretrici calcano il suo suolo, gli avventori vengono spesso uccisi oppure usati come schiavi sulle navi di questi signori dei mari.

Leggendo questo scritto Aaron ha un flash, di una donna, una certa Shae Violet, piratessa della prima flotta di Jhon Roger, donna che cavalca i mari alla ricerca di oggetti unici e rarissimi.
E proprio vicino a quello scritto si trova un logoro rapporto della marina mercantile di SHAMBALA che cita testuale:


Statuetta di donna, con in mano un bastone, avorio pregiato, andata persa con l’ultima spedizione verso sud.
Probabilmente pirati.          Archiviare

Il rapporto mercantile finisce con un numero di protocollo ed il simbolo dell’ordine di Pelor.

Le vicende sembrano intrecciarsi e forse lo sconosciuto Aaron sembra essere l’unica chiave per entrare a CROWEN e recuperare la statuetta di donna trafugata probabilmente dalla piratessa Shae Violet.
Quell’assurda trama si stava lentamente dipanando di fronte ai loro occhi.
Rimaneva da capire cosa li avrebbe aspettati e se quella ciurma di temibili pirati fossero amici o meno del giovane Aaron.

Il piano sembra essere quello di recarsi a CROWEN deviando da quella che era la rotta per KALDOR e dalla sua via per la città nel cielo.
Se quelle statuette dall’alto potenziale magico di cui parlava Muradin esistono davvero, una di loro si trova in mano dei pirati.


Informatisi sulla via più breve, essa risulta essere quella fra le montagne, forse la stada più impervia, ma li farà abbreviare il percorso di molte settimane di viaggio.

Reperite tutte le attrezzature necessarie per il viaggio il gruppo lascia la grande città di luce per intraprendere una nuova, misteriosa e folle avventura.
Fuori dai cancelli della città Mertul non si vede ma conoscendo le risorse del compagno il gruppo si incammina verso il sentiero indicatogli.
Sulla strada a pochi kilometri dalla città vengono presi alle spalle da alcuni uomini armati, che tendono loro un agguato.
Sono armati di archi e lunghe catene, armature pesanti e bastone chiodato.
Sulle loro vesti il logo inconfondibile della gilda del corvo.

Inizia lo scontro con Akuma che carica sul nemico ma viene sbilanciato dalle lunghe catene, in suo supporto intervengono le frecce del ranger e del neo compagno Aaron il quale si nasconde nella vegetazione per scagliare frecce in modo furtivo.
Torque sprigiona tutta la sua magia controllando il volere di uno dei sicari del corvo, inducendolo a scagliarsi conto gli stessi compagni.
Tenshi invece si trova ingaggiato in un combattimento fisico con uno dei sicare anch’egli molto abile nelle arti marziali.
Lo scontro tende a sfavore per i nostri ed Akuma decide che è il momento di provare il potere di quella spada magica trovata nell’antro del licantropo qualche tempo prima.
La impugna con decisione e ne rilascia la forza magica racchiusa al suo interno e infiammandosi in una possente lingua di fuoco colpisce il nemico uccidendolo e incalzando sugli altri sicari in un impeto furioso.



( L'impeto del samurai )


Il resto dei compagni si unisce nella carica, Tenshi butta a terra il guerriero armato di catene e Aaron dalla vegetazione lo finisce con frecce precise.
Il resto dei sicari si da alla fuga vedendo la loro maestria nel combattimento disperato, i due fratelli riescono a bloccarne uno negandogli la fuga e donandogli invece morte.


Il loro viaggio verso questa nuova avventura inizia subito con il saluto di un vecchio amico, la temibile gilda del corvo che trama nell’ombra la loro morte.




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